Marijuana in gravidanza, danni a bimbi

Sardegna
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Studio ricercatori Cagliari pubblicato su Nature Neuroscience

Le "canne" in gravidanza non fanno bene ai bambini che nasceranno: ci sono conseguenze negative sullo sviluppo del sistema centrale dei futuri nascituri. È uno dei risultati di un nuovo studio condotto dai ricercatori dell'Università di Cagliari, guidati da Miriam Melis, in collaborazione con l'Accademia delle Scienze Ungheresi a Budapest e l'Università del Maryland a Baltimora. Lo studio rivela come l'uso durante la gravidanza della cannabis e l'esposizione al suo principale componente psicoattivo - il THC - modifichi il sistema dopaminergico della prole e la renda suscettibile ai suoi effetti psicotici durante la preadolescenza.

 Il lavoro, pubblicato sulla rivista internazionale "Nature Neuroscience", mostra come l'utilizzo di una droga considerata "leggera", se assunta mentre la donna aspetta un figlio, modifichi la regione cerebrale che determina le emozioni, il piacere e diverse funzioni cognitive, così come fanno cocaina e l'alcol. Un'evidenza, spiegano gli esperti, molto importante perché, con la crescente legalizzazione della marijuana e la diffusa percezione di una sua sostanziale innocuità, la cannabis è la droga illegale più usata nel mondo dalle donne incinte, a volte assunta come rimedio per le nausee mattutine o per l'ansia.

Gli autori dello studio sperano che la loro scoperta aiuti il processo di consapevolezza. D'altronde - questo il ragionamento - le ricerche dimostrano come rispetto ai loro pari questi bambini siano iperattivi, disattenti, più impulsivi e più suscettibili alle psicosi. Non sorprende, quindi, i ricercatori che anche lo sviluppo del loro sistema dopaminergico sia alterato. Gli stessi ricercatori, però, sono stati in grado di correggere le modificazioni cerebrali, a livello sia cellulare sia comportamentale, riuscendo a proteggere i piccoli esposti al THC con un medicinale attualmente approvato dall'Agenzia americana del farmaco (Food and Drug Administration) usato in diversi studi clinici per il trattamento della schizofrenia, del disturbo bipolare e dei disturbi psichiatrici associati all'uso di cannabis.
   

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