Aias: lavoratori verso sciopero generale

Sardegna
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Assessore Nieddu, priorità retribuzioni ed erogazioni servizi

Verso lo sciopero generale dei dipendenti regionali dell'Aias. La data non è ancora ufficiale ma sarà quasi sicuramente il 26 aprile. Lo hanno deciso i lavoratori a conclusione del sit-in in piazza Palazzo a Cagliari, all'indomani del tavolo in Prefettura convocato da Romilda Tafuri per discutere la vertenza con l'assessore alla Sanità Mario Nieddu, il dg dell'Ats Fulvio Moirano, la famiglia Randazzo - fondatrice e proprietaria delle strutture che si occupano dell'accoglienza di persone disabili e non autosufficienti - e i sindacati.

Un vertice che si è chiuso con la convocazione di un altro tavolo (tecnico) con l'obiettivo di accertare i crediti maturati dai Randazzo (40 milioni di euro) e la consistenza dei debiti maturati verso i dipendenti. A coordinarlo sarò lo stesso assessorato. "Io stesso rivestirò funzione di garante - ha annunciato Nieddu - le priorità sono le retribuzioni dei lavoratori e il mantenimento dell'erogazione dei servizi all'utenza, per questo motivo l'Ats ha preso un impegno preciso sui tempi di pagamento delle fatture trasmesse da Aias, importi che saranno destinati interamente al pagamento degli stipendi arretrati, oltre agli oneri fiscali e previdenziali".

Insoddisfatti i sindacati. "L'istituzione di un ennesimo tavolo tecnico non può dare le risposte di cui hanno bisogno i lavoratori, i pazienti e la Sardegna", ha chiarito al sit-in la segretaria generale della Uil Fpl Sardegna, Fulvia Murru, bocciando gli accordi di ieri perchè rappresentano "un passo indietro". Per Roberta Gessa della Funzione pubblica Cgil, "è un film già visto: è una vertenza lunghissima, questa situazione va risolta una volta per tutte". "Temo che sia il consueto tavolo al quale ci siamo abituati - ha dichiarato il segretario generale Cgil Michele Carrus - attraverso il quale l'azienda continua ad accampare pretese che paiono infondate per legittimare un comportamento scorretto nei confronti dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali".

Porto canale: arabi e cinesi 'corteggiati' per salvare scalo. Alla ricerca di nuovi investitori anche arabi e cinesi per far uscire dalla crisi il porto canale di Cagliari. In più vertice per martedì 16 a Roma con il ministro Danilo Toninelli per salvare lo scalo commerciale del capoluogo e conservare i settecento posti di lavoro a rischio, circa 350 portuali più indotto. L'incontro a Roma, annunciato ieri al Mit, è stato confermato oggi dalla prefetta Romilda Tafuri nel corso del consiglio e della conferenza della Città metropolitana di Cagliari riuniti in seduta comune per analizzare la vertenza. Contemporaneamente davanti alla Prefettura si è tenuto un nuovo sit-in con i lavoratori che temono di perdere il posto dopo il calo in tre anni, secondo i numeri forniti dalla Uil, del 72 per cento del traffico merci. Lo stesso sindacato aveva annunciato l'addio del colosso della Hapag Lloyd con la possibile sparizione di alcune linee intercontinentali. Alla riunione del consiglio della Città metropolitano erano presente per la Regione l'assessora al lavoro Alessandra Zedda e per l'Autorità di sistema portuale della Sardegna il segretario Natale Ditel. E' già partito uno scouting con gruppi cinesi e arabi per provare a risalire la china: si parla di una gara internazionale. Già annunciata, e confermata oggi, l'apertura di un tavolo locale permanente per monitorare la situazione. "Iniziamo finalmente a intravedere una presa di coscienza reale della crisi del porto industriale - sottolinea il segretario della Camera del Lavoro di Cagliari, Carmelo Farci, al tavolo con la segretaria Filt Massimiliana Tocco - il sindacato è impegnato nella ricerca di soluzioni, dai vantaggi fiscali fino al potenziamento delle infrastrutture, per salvaguardare tutti i posti di lavoro e riportare i traffici ai livelli precedenti alla crisi".

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