Originario di Sassari, aveva tentato di disinnescare ordigno
Aveva solo 41 anni quando il 28 luglio del 2010 il sottotenente Mauro Gigli perse la vita in Afghanistan, nel tentativo di disinnescare un ordigno esplosivo artigianale in un villaggio nella periferia di Heart, lasciando la moglie e due figli. Al militare caduto, originario di Sassari ed esperto artificiere in forza al 32/o reggimento genio guastatori della Brigata Alpina Taurinense, è stata intitolata la caserma nuorese di Pratosardo, sede del Distaccamento militare del 152/o reggimento fanteria della Brigata Sassari.
La cerimonia di intitolazione si è svolta alla presenza del comandante della Brigata di Sassari Andrea Di Stasio, alla moglie e ai figli del sottotenente - già Medaglia d'oro al valore militare e Croce D'onore alla Memoria - del sindaco di Nuoro Andrea Soddu, del prefetto del capoluogo Caterina Bellantoni, del vescovo monsignor Mosé Marcias e di altre autorità civili e religiose.
"Rendiamo onore oggi al nostro compagno, a un grande militare decorato di medaglia d'oro e a un grande uomo - ha sottolineato nel suo intervento il comandante Di Stasio - Nell'occasione abbracciamo la sua bella famiglia e rendiamo grazie a lui e ai suoi cari per il grande esempio di altruismo che ci ha lasciato". Per l'eroico comportamento tenuto dal sottotenente Gigli, il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano gli aveva conferito la medaglia d'oro: "pur in turno di riposo, si offriva di effettuare la neutralizzazione di un ordigno che metteva a repentaglio la sicurezza della popolazione civile - era la motivazione - Fulgido esempio di coraggio e altruismo ispirati alle migliori tradizioni dell'Esercito".
Particolarmente toccante il momento dello scoprimento della targa. "Siamo molto felici di questo riconoscimento - ha detto la moglie del sottotenente - Mauro era un uomo determinato, amava il suo lavoro in maniera viscerale. Mancava dall'Italia 4 mesi e dopo una settimana doveva tornare a casa, purtroppo il destino ha deciso altro".