La deforestazione rallenta nel mondo, ma cresce in Europa

Negli ultimi trent’anni la deforestazione è diminuita di milioni di ettari l’anno, ma il pianeta è ancora fuori rotta rispetto ai target internazionali. Secondo l’ultimo Global Forest Resources Assessment della Food and Agriculture Organization , tra il 2015 e il 2025 sono stati distrutti in media 10,9 milioni di ettari di foresta ogni anno, quasi 7 milioni in meno rispetto agli anni Novanta. Il calo è evidente nell’America del Sud, mentre l’Europa è l’unica regione al mondo ad aver sperimentato un aumento della deforestazione negli ultimi 35 anni. Come stanno le foreste nel 2025 Secondo il report, che contiene la più completa valutazione al mondo dello stato delle foreste del pianeta basata esclusivamente su dati ufficiali forniti dai singoli Stati, le foreste coprono oggi 4,14 miliardi di ettari, pari a circa un terzo delle terre emerse, con quasi la metà della superficie concentrata nelle regioni tropicali. L’analisi conferma un rallentamento della deforestazione in tutte le aree del pianeta, con una diminuzione dai 10,7 milioni di ettari all’anno degli anni Novanta ai 4,12 milioni tra il 2015 e il 2025. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Il rallentamento riguarda anche la perdita delle foreste primarie, che continuano a ridursi ma a ritmi molto inferiori rispetto al passato. In parallelo aumentano le aree protette, che oggi rappresentano un quinto delle superfici forestali globali, e crescono le foreste gestite secondo piani di lungo periodo, che interessano ormai il 55% del totale. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Il rapporto registra cambiamenti anche nelle pressioni sugli ecosistemi forestali: ogni anno gli incendi colpiscono in media 261 milioni di ettari di terreno, quasi la metà dei quali coperti da foreste, mentre nel solo 2020 insetti, malattie e fenomeni meteorologici estremi hanno danneggiato oltre 41 milioni di ettari, soprattutto nelle regioni temperate e boreali. Sul fronte della gestione, la maggior parte delle foreste resta di proprietà pubblica e quasi un terzo di esse è destinato principalmente alla produzione, con ampie superfici riservate anche alla tutela della biodiversità, alla protezione di suolo e acque o a funzioni sociali. In Europa aumenta la deforestazione Dal 1990 a oggi, in tutto il mondo sono scomparsi circa 489 milioni di ettari di foreste. La maggior parte della deforestazione si concentra in America del Sud, in Africa e in Asia, regioni nelle quali negli ultimi 35 anni si sono registrati netti miglioramenti. In Sud America, ad esempio, il ritmo annuo di deforestazione è sceso da 8,2 milioni di ettari negli anni Novanta a 4,2 milioni nel periodo 2015-2025. In Asia il trend segue una traiettoria simile, con un calo da 3,9 a 2 milioni di ettari l’anno. In questo scenario, l’Europa rappresenta un’anomalia. Pur essendo la regione con i livelli assoluti di deforestazione più bassi, è l’unica al mondo in cui la perdita forestale è aumentata negli ultimi 35 anni: da 126mila ettari annui negli anni Novanta a 145mila nell’ultimo decennio. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Secondo il Parlamento europeo, le cause sono diverse da quelle che dominano nel resto del pianeta. Mentre a livello globale la prima responsabile è l’agricoltura, in Europa il motore principale è l’urbanizzazione, con l’espansione di infrastrutture, edifici e reti viarie che rappresentano la prima causa di deforestazione a livello continentale. A questo si aggiungono il prelievo eccessivo di legname e l’intensificazione dell’uso delle biomasse come fonte energetica. Secondo il World Resources Institute, oltre l’80% della perdita di copertura arborea europea tra il 1986 e il 2016 è di origine antropica, in larga parte dovuta ai tagli per il settore forestale. Infine, l’Europa contribuisce anche alla deforestazione “importata”: circa il 10% della deforestazione globale è legata ai consumi dell’Unione europea, soprattutto per prodotti come olio di palma, soia, legno, cacao e caffè. Dove cresce invece il numero di foreste? Tra il 2015 e il 2025 il mondo ha guadagnato in media 6,8 milioni di ettari di nuove foreste all’anno, ma ne ha persi 10,9 milioni: il saldo resta negativo, anche se il tasso di perdita netta si è più che dimezzato rispetto agli anni Novanta, scendendo da 10,7 a 4,1 milioni di ettari annui. La dinamica è il risultato di due movimenti paralleli: una riduzione della deforestazione in alcuni Paesi e, in altri, un’espansione forestale sostenuta da programmi di riforestazione e gestione attiva. Anche questa, però, rallenta nel tempo: la crescita annua è passata da quasi 10 milioni di ettari nel periodo 2000-2015 ai 6,8 milioni dell’ultimo decennio. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Cina e Russia sono tra i Paesi che hanno aggiunto più superficie forestale nell’ultimo decennio, anche se a ritmi diversi: in Cina l’espansione è scesa da 2,2 a 1,7 milioni di ettari all’anno, mentre in Russia il saldo positivo è salito fino a 942mila ettari annui, contro gli 80mila degli anni Novanta. Il Canada mostra un forte ridimensionamento, mentre negli Stati Uniti la tendenza si è invertita: il Paese è passato da un incremento di 437mila ettari l’anno a una perdita netta di 120mila ettari nell’ultimo decennio. In controtendenza l’Oceania, che dopo anni di saldo negativo registra un guadagno complessivo di 140mila ettari annui, trainato soprattutto dal cambio di rotta dell’Australia, oggi in crescita di oltre 100mila ettari all’anno. All’estremo opposto, il Brasile rimane il principale punto caldo della deforestazione globale: le perdite superano ampiamente l’espansione forestale, anche se il ritmo si è ridotto da 5,8 milioni di ettari annui negli anni Novanta a 2,9 milioni tra 2015 e 2025. Nonostante questi segnali misti, la FAO avverte che il mondo è lontano dagli obiettivi fissati per la fine del decennio. Nel 2021 oltre cento Paesi si sono impegnati a fermare e invertire la deforestazione entro il 2030, un obiettivo poi richiamato nei testi negoziali della COP28. Ma secondo le analisi indipendenti, il tasso di perdita forestale del 2024 è ancora superiore del 63% rispetto alla traiettoria necessaria per restare entro il target.

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La deforestazione rallenta nel mondo, ma cresce in Europa

Roberta Cavaglià