Ondate di caldo, cosa dice lo studio dell’Imperial college

Le perturbazioni che stanno affliggendo l’Europa non devono farci dimenticare il caldo record vissuto per tutta l’estate e solo fino a un mese fa. Temperature senza precedenti in alcune parti del continente con il susseguirsi di ondate di caldo persistenti. Ad aiutarci a ricordare quello che è stato e soprattutto ad aiutarci a capire un po’ di più delle conseguenze sulla salute pubblica arriva uno studio redatto dall'Imperial College di Londra e la London School of Hygiene and Tropical Medicine, che ha misurato i decessi dovuti al caldo eccessivo tra giugno e agosto e - ancor più interessante - stima la percentuale di decessi attribuibili all’impatto dell’uomo sul riscaldamento globale “Il caldo il più urgente rischio climatico per la salute” L'Agenzia Europea dell'Ambiente descrive il caldo come "il più grande e urgente rischio climatico per la salute umana". Nelle città prese in esame, secondo lo studio dell’Imperial College, sarebbero stati riscontrati poco più di 24 mila decessi dovuti al caldo. Circa il 70 per cento delle morti sarebbero dovute non al caldo naturale ma a quello causato dalle emissioni di gas climalteranti prodotte dall’uso di combustibili fossili: più di 16mila cittadini europei - sempre secondo quanto riportato dallo studio - sarebbero deceduti in poco più di due mesi. E a pagare il prezzo più alto sarebbero le persone più anziane, che peggio riescono ad adattarsi agli estremi del clima. Secondo l’Imperial college oltre l'80% dei decessi che sarebbero correlati al caldo eccessivo si verificano tra le persone di età superiore ai 65 anni. I dati italiani Purtroppo, a causa della posizione geografica e della popolazione più anziana del continente, l’Italia è il Paese in cui le ondate di caldo di giugno, luglio e agosto hanno registrato un impatto maggiore. Il confronto con gli altri Paesi non è perfetto, dato che - come spiegato in precedenza - i dati dell’Imperial college si riferiscono solo alle città con più di 50 mila abitanti escludendo dal computo gli altri centri urbani, ma è abbastanza indicativo. Delle 6.710 morti che lo studio attribuisce al caldo e che sarebbero avvenute quest'estate nelle città italiane, più di 4.500 sarebbero causate dal riscaldamento globale antropico. La Spagna, dove le ondate di calore sono state più intense, è riuscita ad adattarsi meglio e i decessi sarebbero poco più della metà di quelli delle città italiane. Molto colpiti anche Paesi che fino a qualche anno fa non avevano problemi di caldo in assoluto, nemmeno d’estate, come Germania e Regno Unito. Roma bollente Tra le capitali europee, i dati di Roma sono particolarmente alti. Secondo l’Imperial college le vittime attribuite al caldo nella capitale italiana sarebbero millecentottanta nel trimestre estivo, di cui 835 per colpa dell’effetto serra. Leggermente meglio Atene, che con una popolazione paragonabile a quella romana, avrebbe registrato 1.093 vittime di cui 630 per cause antropiche. E anche Parigi pagherebbe un caro prezzo al nuovo clima estivo che ha interessato l’Europa occidentale, con 582 morti, di cui 409 per il riscaldamento globale, anche se i parigini sono tre volte tanto i romani e quindi il dato va contestualizzato. Anche le capitali balcaniche hanno patito ondate di caldo a più riprese durante l’estate, e non sorprende quindi trovare tra le città più colpite anche Bucarest, Zagabria, Sofia oltre alla già citata Atene. Le temperature: le città sopra la media I dati raccolti dall’Imperial College, la cui elaborazione è ancora preliminare, riguardano tutte le città dell’Unione Europea, più Regno Unito e Svizzera, con più di 50 mila abitanti. In tutto si tratta di 854 centri che ospitano un terzo della popolazione europea. In 825 delle 854 città , le temperature estive si sono riscaldate in media di oltre 1,5 ° gradi rispetto alla media registrata nello stesso periodo dal 1990 al 2020; in 569 sono aumentate di oltre 2 °C e in 132 città, di più di 2,5 °C. Ad eccezione di Estonia, Lettonia e Lituania, tutti i Paesi della regione in studio hanno registrato un'estate più calda della media. Le città che hanno avuto l'estate peggiore sono state quelle spagnole, con un aumento medio della temperatura di quasi 2 gradi. Le città italiane sono state un po’ più fortunate, con un’anomalia di solo 1,3 °C. Le città, si sa, sono i luoghi in cui le temperature crescono di più, a causa della cementificazione e della concentrazione di persone e fonti di emissione di gas a effetto serra. Nel resto del territorio le cose sono andate leggermente meglio, con un aumento della temperatura media europea di 0,9 gradi.

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Gabriele De Palma