Crisi climatica, Copernicus: è stato il giugno più caldo mai registrato
AmbienteArriva il nuovo bollettino di Copernicus. Il mese di giugno, a livello globale, fa segnare un altro record preoccupante per la crisi climatica. Il tredicesimo di fila
Quello appena trascorso è stato, a livello globale, il giugno più caldo mai registrato. A dirlo è il consueto bollettino del programma europeo Copernicus. Se la frase vi suona già sentita è perché è il tredicesimo mese di fila in cui viene battuto questo tipo di record. Se vi suona strana, per via di un giugno che - dalle nostre parti - è stato apparentemente più fresco del solito è perché la parte da non trascurare è quel “livello globale” di cui parlano i dati. Miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche sparsi, appunto, in tutto il mondo.
La strage di pellegrini
Insomma è la crisi climatica provocata dall’uomo con l’utilizzo di gas, petrolio e carbone. Le conseguenze si toccano con mano con gli eventi estremi sempre più frequenti e sempre più intensi, alluvioni comprese. Il mese di giugno offre degli esempi emblematici, come la strage dei pellegrini alla Mecca: più di 1.300 fedeli sono morti a causa di temperature che hanno superato i 51 gradi. E ancora, a inizio mese, l’ultima fase elettorale in India è stata segnata da 58 persone morte a causa del caldo. Trentatré di loro lavoravano ai seggi elettorali.
Dodicesimo mese di fila sopra il grado e mezzo
I dati di giugno di Copernicus segnalano anomalie anche nelle temperature degli oceani e dicono anche che quello appena trascorso è stato il dodicesimo mese di fila in cui l’innalzamento della temperatura media globale ha superato la soglia critica del grado e mezzo rispetto ai livelli pre-industriali. La stessa che i governi di tutto il mondo si sono impegnati a non superare nell’accordo di Parigi. Se non smetteremo di immettere questi gas a effetto serra nell’atmosfera – avvertono gli scienziati – questi record continueranno ad essere battuti, mese dopo mese.