Cop28, è ora di cambiare la formula
AmbienteSandrine Dixon-Declève parla a SkyTg24 della necessità di rivedere il modo in cui si svolgono i negoziati del clima: "E’ ora di cambiare regole, il tempo stringe"
Indipendentemente da come si chiuderà la COP28, c'è un aspetto che le liturgie negoziali degli ultimi appuntamenti UNFCCC hanno messo in evidenza: occorre ragionare su come riformare il processo. (LO SPECIALE)
Cambiare le regole
L'avvicinarsi implacabile delle deadline imposte dalla scienza contrapposto ai ritardi figli della puntigliosità dialettica delle parti in causa è il quadro in cui si è levata la voce, ancora molto ascoltata, di Al Gore, che ha parlato di una proposta di riforma per approvare decisioni con una “supermaggioranza” (del 75%) anziché con il "consensus", ovvero la formula attuale, per la quale cui ogni Paese può bloccare ogni iniziativa.
Un cambiamento talmente enorme, da lasciare certi che molto difficilmente vedrebbe la luce (certo, anche solo parlarne ufficialmente farebbe cadere più di qualche velo e le posizioni di chi gioca a far tardi sarebbero più chiare). Rimane in ogni caso il tema: la necessità di sveltire il passo per raggiungere gli obiettivi indispensabili a conservare il nostro stile di vita forse richiede un cambio delle regole del gioco.
leggi anche
Cop28, muro dell’Opec sulle fonti fossili. Ue: disgustoso
L'intervista a Sandrine Dixon Declève
Di "progresso letargico in contrasto con la scienza del clima" si parla senza troppi giri di parole in una lettera aperta al Segretario generale delle Nazioni Unite e al Segretario esecutivo della COP, firmata da nomi di tutto rilievo: Johan Rockström, direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research, vera rockstar della scienza climatica, Sandrine Dixson-Declève, Co-Presidente del Club di Roma, Ban Ki-moon, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite, solo per citarne alcuni.
Tra gli assolati vialoni della COP28 abbiamo incontrato proprio Sandrine Dixon Declève, che ha spiegato il senso di questa iniziativa.