La situazione idrologica di "conclamato stress idrico già evidenziata un mese fa" è peggiorata nelle ultime settimane, alla luce della mancanza prolungata di precipitazioni. Per l'Osservatorio dell'autorità del fiume Po, "il deficit desta particolare preoccupazione per i prossimi mesi"
La crisi idrica "non molla la presa nella gran parte dell'area Padana", soprattutto nei "territori piemontese e lombardo", dove la situazione idrologica di "conclamato stress idrico già evidenziata un mese fa" è peggiorata nelle ultime settimane alla luce della mancanza prolungata di precipitazioni in grado di colmare, anche solo parzialmente, il deficit ereditato dalla stagione del 2022". A renderlo noto è l'Osservatorio dell'autorità del fiume Po, rilevando che "il deficit desta particolare preoccupazione per i prossimi mesi".
Difficoltà annunciate per i prossimi mesi
Al secondo incontro ufficiale dell'osservatorio hanno partecipato rappresentanti di ministeri, regioni del distretto del Po, stakeholder e agenzie di monitoraggio delineando un quadro "di palese difficoltà che si preannuncia, per i prossimi mesi in cui prenderà il via la stagione dell'agricoltura, fondamentale per le produzioni" e richiamando ad un uso "equilibrato".
Anche i laghi mantengono quote minime
Le portate rilevate "nelle stazioni lungo l'asta del Po rimangono, al 6 marzo, ancorate a uno stato di estrema o media gravità" e, "alla vigilia della parte più consistente dei prelievi per l'irrigazione, si annuncia deficitario". Anche i laghi mantengono quote minime: il Garda è quello in maggior crisi con un riempimento solo del 25%", il lago Maggiore è pieno al 41,5%" e l'ente regolatore conferma la scarsità di risorsa nei bacini di valle "come mai negli ultimi 16 anni". Le precipitazioni, prosegue l'Osservatorio, scarseggiano notevolmente e il caso del Piemonte è il più emblematico con una anomalia delle piogge fino a -85% esclusa l'area del Cuneese, secondo i dati dell'Arpa, dove c'è stata qualche nevicata ristoratrice.