
Cop27, approvato fondo per perdite e danni ma l'accordo delude Ue e Onu. Le reazioni
A Sharm el-Sheikh è stato raggiunto l’accordo sulla creazione di un fondo per pagare perdite e danni ai Paesi colpiti da una crisi climatica che non hanno contribuito a creare. Von der Leyen: "Trattato sintomi, ma non curato il paziente". Guterres: "Non affrontato il tema della riduzione delle emissioni". Pichetto: "Persa occasione sulle politiche di mitigazione"

Dopo quasi 30 ore in più rispetto al programma iniziale, la Cop27 di Sharm el-Sheikh ha raggiunto l’accordo sulla creazione di un fondo per pagare perdite e danni ai Paesi colpiti da una crisi climatica che non hanno contribuito a creare. Un risultato, questo, arrivato all’ultimo miglio, con una sessione plenaria iniziata a notte fonda. Dopo l’accordo sono arrivate a stretto giro le reazioni, tra approvazione e delusione: dall’Ue all’Onu, fino alle associazioni che si battono contro il cambiamento climatico
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La "Cop27 segna un piccolo passo verso la giustizia climatica ma serve molto di più per il pianeta. Abbiamo trattato alcuni sintomi ma non curato il paziente dalla febbre”, afferma la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in un comunicato dopo l'approvazione del documento finale alla conferenza di Sharm el-Sheikh. "Sfortunatamente" non è arrivato un impegno sulle emissioni o sul clima, segnala. "Ma l'Ue manterrà la rotta, in particolare attraverso il Green Deal europeo e RePowerEu"
Cop27, via libera alla creazione del fondo per pagare perdite e danni
Inoltre l’Unione europea ha espresso "delusione" per la "mancanza di ambizione" nell'accordo finale della confernza sul clima Cop27 nella tabella di marcia per ridurre le emissioni di CO2. "Quello che abbiamo davanti non è abbastanza da costituire un passo in avanti per la popolazione del pianeta. Non porta sufficienti sforzi aggiuntivi da parte degli inquinatori maggiori per un incremento e un'accelerazione delle loro emissioni", ha dichiarato il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans
Cop27, qualcosa di muove ma non abbastanza
"Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni ora, e questo è un tema che questa la Cop non ha affrontato. Un fondo per i ‘loss and damage’ è essenziale, ma non è una risposta alla crisi climatica che spazza via una piccola isola dalla mappa, o trasforma un intero Paese africano in un deserto”, ha poi sottolineato il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. “Il mondo ha ancora bisogno di un passo da gigante sull'ambizione climatica. La linea rossa che non dobbiamo superare è la linea che porta il nostro pianeta oltre il limite di 1,5 gradi di temperatura”

"Dopo negoziati lunghi e difficili, il risultato più evidente di questa Cop è la creazione di un fondo per sostenere i Paesi più vulnerabili per affrontare le perdite e i danni conseguenti al verificarsi di eventi climatici estremi. Meno soddisfacenti sono stati i risultati ottenuti sul fronte cruciale delle azioni di mitigazione, dove si è probabilmente persa un'occasione importante per incrementare l'ambizione nel campo delle politiche di mitigazione", ha poi detto il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto (FI)

Mentre Greenpeace "accoglie con favore l'accordo della Cop27 per l'istituzione di un Fondo per il finanziamento delle perdite e dei danni (Loss and damage), una base importante verso la giustizia climatica". "Ma resta da capire - si legge in una nota - se i governi riusciranno a svincolarsi dalla morsa dell'industria dei combustibili fossili, la cui presenza si è fatta sentire anche al vertice di Sharm el-Sheik"

"L'accordo per un Fondo di finanziamento delle perdite e dei danni - ha detto Yeb Sano, direttore esecutivo di Greenpeace Sud-Est asiatico e capo della delegazione di Greenpeace presente alla Cop27 - segna una svolta per la giustizia climatica"

Anche per Legambiente, “se da una parte con il Fondo Loss and Damage questa Cop27 porta a casa un importante risultato, dall'altra delude sul fronte delle fossili, perché non è stato fatto nessun passo avanti rispetto all'accordo di Glasgow sul phase-out dei combustibili fossili". "La Cop27 - dice Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente - ha affrontato positivamente le conseguenze della crisi climatica con l'Istituzione del Fondo Loss and Damage, però non è riuscita ad affrontare la causa principale della crisi: la dipendenza dai combustibili fossili"

Secondo gli ultimi rapporti dell'IPCC e della IEA, per essere in linea con la soglia critica di 1.5 C, le emissioni climalteranti devono raggiungere il picco a livello globale entro il 2025 e diminuire entro il 2030 del 43% rispetto ai livelli del 2019. "Per questo - continua Ciafani - un contributo importante può venire dal phasing-out dei sussidi alle fonti fossili entro il 2030 che può consentire una riduzione del 10% a livello globale"
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