Alla conferenza sul Clima delle Nazioni Unite in corso a Sharm el-Sheikh si parla di finanza e di come coinvolgere i privati per aiutare i paesi più vulnerabili ad affrontare la crisi. Intanto Stati Uniti e Cina tornano a vedersi, anche se si tratta di colloqui informali
È una questione di soldi. Quelli che devono arrivare ai Paesi più deboli per ridurre le emissioni di gas e per adattarsi alle conseguenze della crisi. È la cosiddetta finanza climatica, al centro delle discussioni nella quarta giornata della Cop27, la conferenza delle Nazioni Unite sul Clima in corso a Sharm el-Sheikh, in Egitto.
Jennifer Morgan: "Occorre muovere trilioni di dollari ed euro"
"Penso che questa Cop possa prendere decisioni molto importanti e muovere davvero trilioni di dollari e euro", dice a Sky TG24 Jennifer Morgan, inviata speciale per il Clima del governo tedesco: "È nell’agenda, dobbiamo capire come andare avanti nelle discussioni". Per Morgan, la Cop deve anche "mandare un segnale molto chiaro che il mondo sta fianco a fianco con i Paesi più vulnerabili nell’affrontare la questione del loss and damage”.
La promessa dei 100 miliardi
La Germania è il Paese europeo che più sta dando aiuti. Ma sullo sfondo c’è una promessa tradita, quella che i Paesi più ricchi hanno fatto nel 2009: dare 100 miliardi di dollari all’anno ai più vulnerabili. Nel 2021 la cifra è arrivata a 83,3 mld. Non abbastanza, anche perché le cifre necessarie sono molto più elevate.
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Il fondo italiano del clima
L’anno scorso l’Italia aveva annunciato la triplicazione delle risorse finanziarie. Così è nato il fondo italiano del clima: "Così potremo conservare il ruolo che abbiamo come paese donatore per l'obiettivo dei 100 miliardi di dollari l'anno", dice a Sky TG24 Alessandro Modiano, inviato speciale per il Clima del governo italiano.
Cine a Usa tornano a parlarsi
La grande sfida è come fare a coinvolgere i privati. In questa direzione va l’annuncio dell’inviato per il Clima statunitense John Kerry di un piano chiamato Energy Transition Accelerator. I dettagli non sono stati resi noti ma l’idea è quella di puntare sui mercati delle emissioni di carbonio e sulle compensazioni delle emissioni. Un piano accolto con scetticismo alla conferenza. A proposito di Stati Uniti, dopo il congelamento delle discussioni con la Cina avvenuto a inizio anno, Pechino e Washington sono tornati a parlarsi. Il colloquio tra Kerry e l’omologo cinese è stato informale, un timido segnale positivo in giornate di negoziati tutte in salita.