Fridays for Future, sciopero globale per il clima: oggi studenti in piazza

Ambiente

"Torneremo in piazza per protestare per la giustizia, per il nostro presente e il nostro futuro", ha chiamato a raccolta Greta Thunberg su Twitter. Hanno risposto da 89 Paesi con iniziative organizzate in 583 città del mondo

Le piazze di tutto il mondo, comprese quelle in circa 70 città italiane, saranno oggi animate dai giovani attivisti del movimento Fridays For Future. Con lo slogan People not Profit, torna il Global Strike per il clima che invita tutti a far sentire la propria voce: “Silence is not an option”. “Il catastrofico scenario climatico che stiamo vivendo è il risultato di secoli di sfruttamento e oppressione attraverso il colonialismo, l’estrattivismo e il capitalismo, un modello socio-economico essenzialmente difettoso che deve essere sostituito con urgenza” si legge nel manifesto pubblicato sul sito italiano del movimento. “Un sistema in cui le nazioni ricche sono responsabili del 92% delle emissioni globali, e l’1% più ricco della popolazione mondiale è responsabile del doppio dell’inquinamento prodotto dal 50% più povero – prosegue -. Guidati dalle lotte storiche e dalle esperienze vissute, guidati dalle persone e dalle aree più colpite (MAPA), chiediamo risarcimenti per il clima” (SPECIALE FRIDAYS FOR FUTURE).

La chiamata di Greta Thunberg

"Torneremo in piazza per protestare per la giustizia, per il nostro presente e il nostro futuro", ha chiamato a raccolta Greta Thunberg su Twitter. Hanno risposto da 89 Paesi con iniziative organizzate in 583 città del mondo. Fridays For Future è nato nel 2018 sulla scia delle proteste dell’attivista allora quindicenne davanti al parlamento svedese contro la mancanza di azione sulla crisi climatica. Il primo Global Strike for Future si è svolto il 15 marzo 2019. “Scioperiamo per la pace e la giustizia climatica - spiegano gli attivisti di Fff Italia - Non ci sarà pace sostenibile, da nessuna parte, finché i nostri sistemi saranno legati ai combustibili fossili forniti da autocrati e dittatori. Non è mai stato così chiaro come ora che una transizione ecologica giusta è necessaria, ed è necessaria ora. Questi tempi lasciano le persone prive di potere e di forze. Ma noi non ci arrendiamo. Dopo tutto, stiamo lottando per un presente e un futuro vivibile, non stiamo facendo merenda. Chiediamo anche che i paesi del Nord del Mondo garantiscano dei risarcimenti climatici alle comunità più colpite”. 

 

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