Secondo l'istituto brasiliano di ricerche spaziali, Inpe, l'area andata distrutta nei primi 31 giorni dell'anno è più grande di quella scomparsa, nello stesso arco temporale, da quando sono iniziate le rilevazioni. Gli esperti lanciano l'allarme, ma per loro questi dati non sono del tutto inaspettati a fronte dell'attuale situazione
Il polmone verde del mondo diventa sempre più piccolo. Secondo l'Inpe, l'istituto brasiliano di ricerche spaziali, nel mese di gennaio nella Foresta Amazzonica è stata distrutta una superficie di 430 chilometri quadrati, cinque volte più grande di quella che era scomparsa nello stesso periodo del 2021 e più di quanto sia mai stato fatto nello stesso mese da quando sono iniziate le rilevazioni. Secondo alcune stime, questo spazio equivale a un’area grande come Napoli, Palermo e Milano.
Gli ultimi dati
Alla Cop26 di Glasgow più di 100 governi avevano promesso di impegnarsi a ridurre la deforestazione entro il 2030, ma finora il corso degli eventi non sembra essere cambiato. Gli ultimi dati non sono una sorpresa. Già nei giorni scorsi l'Inpe aveva fatto sapere che dal primo gennaio al 21 era stata distrutta una superficie di quasi 360 chilometri quadrati. Una stima che aveva subito allarmato gli esperti. "Un numero così alto a gennaio, quando c'è il picco della stagione delle piogge, deve attirare la nostra attenzione e farci preoccupare", aveva detto allora Claudio Angelo di Climate Observatory, un network di gruppi ambientalisti. "Dovremo vedere come evolve la situazione nei prossimi mesi ma questo non è certamente un buon segno".
Sotto accusa c’è soprattutto il Brasile col suo presidente, Jair Bolsonaro. “I nuovi dati mostrano che le azioni del governo contraddicono la sua campagna di greenwashing”, ha detto Christiane Mazzetti di Greenpeace secondo quanto riporta la Bbc.
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Le cause
Ci sono vari motivi dietro alla deforestazione. Uno dei principali è il fatto che la distruzione di alberi permette di creare o di estendere nuovi terreni per le coltivazioni o il pascolo. Britaldo Soares Filho, un ricercatore all’Università federale di Minas Gerais citato da Reuters, sostiene che i prezzi alti della carne bovina, della soia e di altri prodotti stanno incrementando la domanda di terreni economici. Inoltre, non c’è un vero timore di essere scoperti e incorrere quindi in delle sanzioni. “Le persone potrebbero sorprendersi che [la deforestazione] non sia aumentata ancora di più”, ha detto. “Si fa a gara a disboscare l’Amazzonia”.