L'innalzamento delle temperature e decenni di politiche agricole dannose hanno portato al prosciugamento delle riserve idriche sotterranee. Quella che era la meta per la migrazione preferita di numerose colonie di fenicotteri, ora è una landa desolata che porta alla luce le carcasse dei volatili morti
Un bacino di 1.665 chilometri quadrati tra le province turche di Ankara, Konya e Aksaray, che ospitava intere colonie di fenicotteri ad ogni stagione calda. Uno scenario che numerosi fotografi come Fahri Tunc ha più volte catturato nel proprio obiettivo. Ora, però, è solo una macabra meta turistica. L’acqua salata che riempiva il bacino al punto da essere chiamato lago Tuz (in turco, tuz significa proprio salato) e che lo rendeva il secondo più grande della Turchia è scomparsa quasi del tutto.
Cambiamento climatico e politiche dannose
Vittima della siccità, secondo gli esperti indotta dal cambiamento climatico, il lago ha dovuto fare i conti anche con decenni di politiche agricole dannose che hanno piano piano esaurito le riserve idriche sotterranee. Ora sotto al sole turco giacciono immobili un numero indefinibile di carcasse di quei fenicotteri che un tempo trovavano in quella zona nutrimento e nuova vita. Secondo l’agenzia stampa turca Anadolu, le temperature crescenti, un’evaporazione intensificata e pioggia insufficiente hanno segnato la fine del lago Tuz e di numerosi altri bacini nella penisola anatolica che si sono già prosciugati o si stanno ritirando a livelli allarmanti.