Clima, Papa Francesco lancia appello insieme ad anglicani e ortodossi

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I tre leader della fede cristiana, per la prima volta con una dichiarazione congiunta, chiedono alla Cop26 particolare attenzione verso i Paesi più poveri.  Intanto l'Onu respinge la richiesta di alcune Ong di rinviare ancora la conferenza di Glasgow

La conferenza sul cambiamento climatico (Cop26) di Glasgow si avvicina e, per la prima volta, i tre leader della religione cristiana lanciano un appello congiunto per la sostenibilità ambientale: “Qualunque sia la fede o visione del mondo, ascoltiamo il grido della terra” (GUARDA IL VIDEO).

"Il futuro della nostra Casa comune"

Dal 31 ottobre al 12 novembre, allo Scottish Exhibition Centre (Sec) si riuniranno oltre 30 mila delegati, tra cui anche Capi di Stato e attivisti, per concordare un piano d’azione coordinato per affrontare la questione climatica. A loro Papa Francesco per la Chiesa Cattolica romana, il Patriarca Bartolomeo per quella Ortodossa orientale e l’Arcivescovo di Canterbury Justin Welby per la Comunione anglicana hanno chiesto di dedicare una particolare attenzione ai Paesi più poveri. “La perdita di biodiversità, il degrado ambientale e il cambiamento climatico sono l'inevitabile conseguenze delle nostre azioni”, si legge nella dichiarazione, “ma a sopportare le più catastrofiche conseguenze di questi abusi sono le persone più povere, i meno responsabili nel causarli. Questo è un momento critico. Il futuro dei nostri figli e il futuro della nostra Casa comune dipendono da questo”.

The flag of the Vatican is pictured at half-mast on a Vatican's building on Piazza Pope Pius XII in Rome next to the Vatican on March 31, 2020 as flags are being flown at half-mast in cities across Italy to commemorate the victims of the virus, during the country's lockdown aimed at curbing the spread of the COVID-19 infection, caused by the novel coronavirus. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP) (Photo by FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

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L'appello delle Ong

Ingiustizia e diseguaglianza sono temi ribaditi anche da alcune Ong che hanno chiesto un rinvio dell’evento. Alla Cop26, già posticipata di un anno a causa della pandemia, non potranno partecipare i Paesi più in difficoltà: “È chiaro che una conferenza sicura, inclusiva ed equa è impossibile, dato il fallimento nel sostenere l’accesso ai vaccini nei Paesi poveri”, sostiene il Climate Action Network (Can): una rete di oltre 1500 organizzazioni non governative tra cui Greenpeace e Amnesty International. Richiesta, però, respinta dall’Onu. L’Italia è partner e ospiterà gli eventi preparatori, tra cui il vertice Pre-Cop che si terrà a Milano dal 28 settembre al 2 ottobre. 

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