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Clima, flop di Cop25 a Madrid: niente decisioni. Greenpeace: risultato inaccettabile

Ambiente

Il summit si è chiuso senza un impegno deciso e dettagliato dei vari Paesi partecipanti e resta ancora da sciogliere il nodo più difficile sul mercato del carbonio. Dure critiche dall'organizzazione ambientalista, da Greta Thunberg e Legambiente

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La Cop25 delude le aspettative: il summit si è chiuso, dopo due giorni extra, solo con una vaga intesa in cui si esprime "la necessità urgente" di ridurre le emissioni da carbone, ma senza un impegno deciso e dettagliato dei vari Paesi che hanno partecipato alla conferenza di Madrid e che avevano siglato l'intesa di Parigi sul clima. (IL SUMMIT - GRETA A COP25). Il 2020 ora sarà un anno cruciale con i Paesi più ricchi che dovranno aumentare gli impegni per ridurre i gas serra. Critiche dalle organizzazioni ambientaliste Greenpeace e Legambiente e da Greta Thunberg.

Il nodo sul mercato del carbonio

Durante il vertice non si è riusciti a raggiungere un'intesa sull'articolo 6 dell'Accordo di Parigi sulla regolazione globale del mercato del carbonio, il nodo più difficile da sciogliere. La questione potrebbe essere trattata nuovamente a Bonn nel giugno 2020. La Cop25 a Madrid è stata la più lunga fra tutte le edizioni e l'accordo alla Conferenza mondiale sul clima è terminato solo con una vittoria dei Paesi vulnerabili, quelli che rischiano di sparire come le piccole isole del Pacifico, rispetto a quelli ricchi sul punto dell'Ambizione: cioè, entro l'anno prossimo questi ultimi dovranno indicare di quanto aumenteranno gli impegni per tagliare i gas serra. 

Greenpeace: "Porta chiusa a valori e fatti"

L'organizzazione ambientalista Greenpeace ha pesantemente criticato il risultato del summit. "Durante questo meeting - scrive l'organizzazione in una nota - la porta è stata letteralmente chiusa a valori e fatti, mentre la società civile e gli scienziati che chiedevano la lotta all'emergenza climatica venivano addirittura temporaneamente esclusi dalla Cop 25. Invece, i politici si sono scontrati sull'Articolo 6 relativo allo schema del commercio delle quote di carbonio, una minaccia per i diritti dei popoli indigeni nonché un'etichetta di prezzo sulla natura". Greenpeace ha invitato quindi i governi a "ripensare completamente il modo con cui conducono queste trattative, perché l'esito di questa Cop è totalmente inaccettabile", ha detto la direttrice esecutiva dell'organizzazione Jennifer Morgan che ha anche ricordato la necessità di prendere decisioni in risposta alle sollecitazioni delle generazioni future. 

Greta: "Non ci arrenderemo"

L'attivista Greta Thunberg, che aveva partecipato alla conferenza organizzata da Fridays for Future alla Cop 25, ha commentato l'esito del vertice su Twitter. "La scienza è chiara, ma la si sta ignorando - ha scritto la ragazza - Qualunque cosa accada non ci arrenderemo mai. Abbiamo solo appena iniziato".

Legambiente: "Ue deve ridurre emissioni del 65%"

Alla Cop25 di Madrid "nessuna risposta concreta dei governi alla grande mobilitazione dei cittadini per fronteggiare l'emergenza climatica - ha invece affermato in una nota Legambiente che ora chiede all'Europa di "ridurre le sue emissioni di almeno il 65% entro il 2030".