Albero di Natale 2018: meglio artificiale o naturale?

Ambiente
Come scegliere l'albero di Natale giusto tra artificiale e naturale? (Getty Images)

Materiale di produzione, inquinamento prodotto durante il trasporto, smaltimento: l'Ispra ha analizzato quanto pesa sull'ambiente il simbolo delle feste

Nuovo anno, solito dubbio: albero di Natale vero o finto? A fare il punto è l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), che sottolinea come anno dopo anno il numero degli alberi di Natale venduti in occasione delle festività natalizie aumenta: nel 2017 ne sono stati venduti 3,8 milioni. Naturale o artificiale che sia, dentro casa o in giardino, l'albero di Natale trova spazio nell'88% delle case italiane.

L'impatto sull'ambiente

La maggioranza degli italiani (7 su 10) continua a preferire l'albero artificiale nella convinzione che questa scelta contribuisca a salvaguardare le foreste. "È opinione diffusa tra gli italiani (e non solo) che gli alberi veri siano strappati alle foreste e che, di conseguenza, migliaia di ettari di foreste siano devastate ogni anno in prossimità del Natale - spiega Ispra in una nota - In realtà, a parte quei pochi che derivano da interventi di sfoltimento di boschi troppo fitti, gli alberi di Natale che arrivano nelle nostre case non hanno mai visto un bosco: provengono da vivai specializzati, concimati e trattati con prodotti fitosanitari. In sostanza, gli alberi sono coltivati come una normale coltura, anche se con tecniche speciali, che termina con l'estirpazione della pianta dopo 6-10 anni di coltivazione". Danimarca, Germania, Finlandia, Ungheria sono i principali Paesi produttori di alberi di Natale in Europa. Ciò significa che essi percorrono migliaia di chilometri prima di arrivare nelle nostre case, aumentando l'impronta ecologica. Ma gli alberi di Natale sono prodotti anche in Italia, soprattutto in Toscana (nelle province di Arezzo e Pistoia) e Veneto. D'altro canto, però, anche gran parte degli alberi di Natale artificiali sono spesso trasportati per lunghe distanze, anche da altri continenti, prima di arrivare nel negozio e poi a casa, sottolinea Ispra. Gli alberi artificiali, ricorda l'Ispra, "sono generalmente fatti in plastica come Pvc (una plastica notoriamente difficile se non impossibile da riciclare perché richiede attrezzature speciali) o polietilene o altri derivati del petrolio (anche se sul mercato se ne trovano anche in fibra, addirittura di alluminio)".

Quale inquina di più

Tra pro e contro, quindi, qual è la soluzione più sostenibile? "In termini di emissioni di gas serra, un albero artificiale di 2 metri ha un'impronta di carbonio equivalente a circa 40 kg di emissioni di gas serra, più del doppio di un albero reale che finisce la sua vita in discarica e più di 10 volte quello di un vero albero che viene riutilizzato per produrre energia o sostanza organica. Secondo uno studio svolto da Carbon Trust, circa il 66% di queste emissioni è legato all'uso della materia prima petrolio, il 25% alle fasi di fabbricazione dell'albero, il restante 9% al trasporto". Gli alberi veri, durante il periodo di crescita in vivaio, assorbono anidride carbonica dall'atmosfera, contribuendo a mitigare l'effetto serra. Quando vengono estirpati, sono (generalmente) sostituiti da altre giovani piante nello stesso vivaio, le quali continuano ad assorbire anidride carbonica dall'atmosfera. Quindi "in termini d'impronta ecologica la soluzione migliore è comprare un albero di Natale vero", conclude Ispra. Meglio ancora – continua – se è prodotto da un'azienda vivaistica locale e 'bio'.

Come smaltire l'albero dopo le feste

E dopo le Feste? "Un albero di Natale vero con radici, in vaso o in zolla, dovrebbe essere riusato per più anni nel periodo di Natale o essere trapiantato, nel proprio giardino o altrove. Purtroppo le probabilità che la pianta attecchisca e cresca sono mediamente basse. L'aria calda e secca dell'interno e la penuria di acqua nel substrato durante tutto il periodo di Natale possono compromettere la vitalità delle radici e quindi degli alberi", spiega Ispra. È possibile però adottare qualche piccolo accorgimento, come fare regolari annaffiature e mantenere distanza da sorgenti di calore. In conclusione, se si possiede già un albero artificiale – suggerisce Ispra – è bene tenerlo e continuare a utilizzarlo. Ma se inizia a mostrare segni di logoramento, sarebbe preferibile optare per un albero vero, scegliendo una specie nativa, a chilometro zero, curarlo adeguatamente per mantenere la sua vitalità e usarlo per più anni come albero di Natale in vaso o trapiantarlo in giardino. Se si decide di disfarsi dell'albero, vero o artificiale che sia, è necessario assicurarsi che il rifiuto sia riutilizzato, per dare una seconda vita alla plastica o per produrre compost.

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