Lo Pterois miles è un esemplare velenoso, originario dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, ed è stato filmato da ricercatori durante un’immersione scientifica in Salento. Allertate le autorità locali
Un incontro inaspettato e potenzialmente pericoloso nelle acque del Salento. Il 6 agosto, durante un’immersione a fini di ricerca nella Grotta delle Tre Furneddhe, al largo di Santa Caterina di Nardò, un team del Centro di Speleologia Sottomarina Apogon ha avvistato e filmato un esemplare di pesce scorpione, noto anche come pesce leone.
La scoperta è stata documentata dallo speleosub e biologo marino Michele Onorato e dal collega Damiano Zaza dell’Università di Bari, impegnati in un’attività di campionamento di fango. Sprovvisti di attrezzatura per la cattura, i ricercatori si sono limitati a registrare immagini e segnalare immediatamente la presenza dell’animale alle autorità comunali.
Pericoloso per l'uomo e per l'ambiente
Il pesce scorpione (Pterois miles), appartenente alla famiglia Scorpaenidae, è originario dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso. Considerata una specie “lessepsiana” – introdotta nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez – ha iniziato a diffondersi nel Mare Nostrum a partire dagli anni ’90, favorita dall’innalzamento delle temperature. Privo di predatori naturali nelle nostre acque, rappresenta una minaccia per la biodiversità locale.
Oltre al rischio ecologico, il pesce scorpione è pericoloso per l’uomo: lungo le pinne e il dorso possiede aculei collegati a ghiandole velenifere in grado di inoculare tossine che possono causare dolore intenso, gonfiore e, nei casi più gravi, complicazioni sistemiche. In Puglia è già stato attivato un numero dedicato per segnalare avvistamenti di specie aliene. L’esemplare individuato a Santa Caterina sarà oggetto di operazioni di cattura nei prossimi giorni. Le autorità invitano bagnanti e sub a prestare la massima attenzione e a non tentare mai di avvicinare o toccare l’animale.