Prende il via a Katowice l’edizione numero 24 della Conferenza sul cambiamento climatico istituita dalle Nazioni Unite. Obiettivo: ridurre i gas serra e mantenere, a livello mondiale, l'aumento delle temperature al di sotto dei 2 gradi centigradi
Prende il via domani, 3 dicembre, a Katowice in Polonia, la 24esima edizione della Conferenza sul clima istituita dalle Nazioni Unite. All'evento parteciperanno circa 30mila delegati provenienti da tutto il mondo, tra cui capi di governi e ministri responsabili per le questioni ambientali e climatiche. Uno dei compiti più importanti della Cop24 sarà quello di elaborare e adottare un pacchetto di decisioni che garantiscano la piena attuazione dell'accordo di Parigi.
L’accordo sul clima di Parigi
Nel dicembre del 2015, per la prima volta 195 Paesi di tutto il mondo hanno adottato un accordo universale sul clima giuridicamente vincolante. L’impegno condiviso è stato quello di ridurre le emissioni di gas serra per mantenere l’aumento delle temperature al di sotto di 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali.
Il rapporto degli esperti
Secondo l'ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) sono necessari drastici cambiamenti in tutti i settori e che le emissioni di biossido di carbonio provocate dall'uomo devono diminuire di circa il 45% entro il 2030. La maggior parte dei ricercatori concorda che, se non si fa nulla per ridurre le emissioni di gas serra, la Terra continuerà lungo un percorso di riscaldamento globale che potrebbe raggiungere i 3 o 4 gradi centigradi sopra i livelli preindustriali.
La posizione dell’Italia
Per il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il summit di Katowice Cop24 non sarà un punto di svolta negli accordi sul clima. L'’Italia comunque farà la sua parte e cercherà di puntare in alto per diventare un riferimento virtuoso nella lotta contro il cambiamento climatico. Un percorso che, spiega il ministro, "stiamo portando avanti aumentando le partnership internazionali extra europee". Dal continente africano alla Cina, dalle isole del Pacifico al sud e centro America: "In 5 mesi abbiamo firmato una trentina di accordi". Solo così, conclude il ministro, "è possibile cambiare il sistema ambiente".