Distacco dei ghiacciai e global warming, il legame divide gli esperti

Ambiente
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L’ultimo caso di ice calving avvenuto in Groenlandia ha riaperto il dibattito: molti scienziati sostengono che sia causa del riscaldamento globale, altri affermano che si tratta di fenomeni del tutto naturali e non per forza collegati al termometro terrestre

Alcuni abitanti di Inaarsuit, un piccolo villaggio in Groenlandia, sono stati costretti ad evacuare per via di un immenso iceberg che, staccatosi da un ghiacciaio, si è arenato proprio davanti alla costa. Si tratta dell’episodio di distaccamento più significativo e pericoloso (non è esclusa l’eventualità di uno tsunami se la montagna di ghiaccio dovesse staccarsi) dal famoso Larsen C, il più grande iceberg mai disgiunto da una piattaforma di ghiaccio, grande 6mila chilometri quadrati, staccatosi dalla banchina nell’area occidentale dell'Antartide tra il 10 e il 12 luglio del 2017. Entrambi gli episodi, così come tutti quelli legati ai fenomeni dell’ice calving, sono stati subito legati da molti osservatori scientifici al riscaldamento globale. Alcuni esperti, però, non sono d’accordo con il relazionare in maniera così diretta il distaccamento dei ghiacciai al global warming.

"Ice calving e global warming non sono sempre legati"

Che la temperatura media del nostro pianeta sia in aumento è innegabile, così come appare banale sostenere che in un ambiente sempre più caldo i ghiacci tendano a sciogliersi e staccarsi. Eppure, anche se il ragionamento può sembrare logico e immediato, l’equazione "global warming-distaccamento ghiacciai" non è sempre così diretta. Poco dopo il distaccamento di Larsen C, in un’intervista pubblicata su The Conversation, Adrian Luckman, glaciologo dell’Università di Swansea, ha confermato come questo processo non possa essere trattato esclusivamente come una questione di global warming: "Si tratta di processi assolutamente naturali che avvengono nel corso dei decenni e che non possono essere collegati strettamente al riscaldamento globale. Il disgiungimento dell’iceberg dall’Antartide sarebbe avvenuto comunque", ha spiegato Luckman, che ha anche mostrato le immagini satellitari a supporto dei suoi studi. Una teoria, quella del glaciologo britannico, confermata anche da altri esperti come Carlo Barbante, glaciologo e direttore dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Consiglio nazionale delle ricerche (Idpa-Cnr), il quale aveva confermato che "è difficile imputare tali eventi al riscaldamento globale perché si tratta di fenomeni avvenuti anche in tempi remoti per cui non ci sono dati che testimoniano l'influenza delle azioni umane".

Chi sostiene che l’ice calving sia causato dal riscaldamento terrestre

Molti scienziati, però, sono certi che l’ice calving e il riscaldamento terrestre siano in stretta correlazione. Nel caso di Larsen C, infatti, la Nasa ha pubblicato un articolo con la testimonianza di Dan McGrath, glaciologo ed esperto di cambiamenti climatici della Colorado State University. McGrath sostiene che anche se è impossibile quantificare l’effetto del global warming sui fenomeni dell’ice calving, la penisola Antartica è stata una di quelle che negli ultimi anni si è riscaldata a ritmi sempre più veloci, e questo aumento delle temperature ha causato profondi cambiamenti ambientali, incluso il collasso e il distaccamento di diversi ghiacciai su cui ha influito una temperatura più alta sia per quanto riguarda gli oceani sia per quanto riguarda la terraferma. A sostenere questa teoria c’è anche Paul Johnston, capo della Science Unit di Greenpeace International: "Lo scioglimento dei ghiacci in Antartide è stato sempre riconosciuto come un ammonimento a tutto il pianeta sui pericoli dei cambiamenti climatici. Il collasso di questa calotta di ghiaccio, il terzo registrato in questa regione negli ultimi anni, è verosimilmente un altro segnale dell’impatto globale del clima che cambia".

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