Ispra, rifiuti speciali in aumento ma Italia tra i primi nel riciclo

Ambiente

Giorgia Finesi

rifiuti

Nel rapporto emerge che nel 2016 il 65% delle 135 milioni di tonnellate prodotte è stato riciclato. Crescono i rifiuti pericolosi, che hanno raggiunto 9,6 milioni di tonnellate. “Ridurre la quantità dei rifiuti è una priorità”, ha detto il ministro dell’Ambiente Costa

Si parla di rifiuti - rifiuti speciali - della loro gestione, del riciclo, del necessario smaltimento. Sala della Lupa, Montecitorio. L’Ispra presenta il Rapporto 2018 sui rifiuti speciali. Tema sensibile, ma prima di tutto bisogna capire - esattamente- di cosa si tratta. I rifiuti speciali sono quelli generati da attività produttive, commerciali e di servizio e sono superiori, per quantità, oltre 4 volte a quelli urbani.  Tra i rifiuti speciali, quelli del settore delle costruzioni e demolizioni costituiscono uno dei flussi più importanti a livello di quantità.

Crescono rifiuti speciali e pericolosi

Nonostante l'Italia del riciclo sia molto attiva, la quantità dei rifiuti speciali continua ad aumentare. Nel 2016 aumenta del 2% rispetto all’anno precedente e raggiunge le 135 milioni di tonnellate. A crescere, però, sono anche i rifiuti definiti “pericolosi", che nel 2016 hanno raggiunto 9, 6 milioni di tonnellate. Di questa categoria fanno parte i rifiuti contenenti amianto, smaltiti per lo più nelle discariche. Un tema delicato, tra le priorità da risolvere per il ministro dell’Ambiente Costa, che, durante il suo intervento iniziale, ha più volte ribadito la necessità di risolvere il problema. “Non è pensabile che l’Italia si interroghi ancora sull’amianto, non ce lo possiamo permettere per il bene dei nostri cittadini”. Il ministro fissa delle priorità, le principali questioni da risolvere. “Gradirei che il governo consentisse la tracciabilità degli pneumatici” – dice- “troppi rifiuti di questo tipo finiscono nelle discariche. I trend sono positivi - afferma- ma non sufficienti.  Ridurre la quantità dei rifiuti è una priorità”.

Notizie positive per l’economia circolare

La buona performance italiana sul fronte del riciclo si conferma nei dati di gestione dei rifiuti non pericolosi, attraverso il recupero di materia. Un ulteriore passo avanti potrebbe essere fatto attraverso la definizione di criteri “end of waste”, reimmettendo materiali nei cicli produttivi e riducendo il ricorso allo smaltimento, in particolare a quello in discarica. La quantità totale di rifiuti speciali esportata all’estero, sempre nel 2016, è pari a circa 3 milioni di tonnellate.  Di questi 2 milioni sono non pericolosi e 1 milione pericolosi e vengono inviati principalmente in Germania.  Gestione, smaltimento, riciclo appunto, di fronte all'aumento costante dei rifiuti la risposta va necessariamente trovata nella prevenzione. L'Italia si attesta tra i primi paesi europei per il riciclaggio dei rifiuti speciali, che nel 2016 arrivano al 65%, una strada ancora in salita, sicuramente una notizia positiva sul fronte dell'economia circolare.

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