Ricerca inglese: dal polistirolo un alleato per "pulire" il mare

Ambiente
La plastica è una delle maggiori minacce per l'ecosistema marino (Getty Images)

Un progetto dell'università di Bristol ha messo a punto un materiale derivato dal polistirene e in grado di drenare i coloranti sintetici utilizzati nell'industria dell'abbigliamento in tutto il mondo - LO SPECIALE SKY "UN MARE DA SALVARE"

Combattere l'inquinamento dei mari con il polistirolo: è questa la promessa contenuta in una nuova ricerca firmata dai ricercatori dell'università di Bristol (Regno Unito). Il nuovo materiale derivato dal congelamento e dall'espansione del polistirene (il polistirolo, appunto) sarebbe in grado di ripulire l'acqua marina delle tinture dei tessuti, che contengono tossine cancerogene per l'uomo.

Come funziona il "nuovo" polistirolo

I coloranti, secondo la ricerca, possono essere isolati mediante processi di ossidazione attiva (Aop), il cui scopo finale è trasformare gli agenti inquinanti in prodotti finali meno dannosi, come l'acqua e il biossido di carbonio. In questo studio i rifiuti di plastica (il polistirene, in particolare) vengono riutilizzati per formare un solido poroso, ottenuto tramite il congelamento in una soluzione con idrocarburi (cicloesano) che fa da solvente. Una volta rimosso quest'ultimo, ciò che resta è una schiuma solida espansa di polistirolo; ciò avviene perché il congelamento aumenta il volume dei solidi. Questo materiale di supporto "può quindi essere rivestito con nanoparticelle fotocatalitiche, creando un fotocatalizzatore a stato solido che può dunque essere introdotto in campioni di acque reflue contaminate per abbattere i coloranti come la rodamina B", spiega il comunicato dell'università. Questo colorante è vietato nella produzione alimentare ma è ampiamente utilizzato negli impianti di trattamento delle acque reflue per individuare eventuali perdite.

La spiegazione

"La dimensione dell'inquinamento da plastica, il cosiddetto white pollution negli oceani, sta sollecitando lo sviluppo di processi per il riciclaggio o il riutilizzo di rifiuti plastici", ha dichiarato il professor Julian Estoe, coautore dello studio pubblicato su ACS Applied Materials and Interfaces. "Questa ricerca suggerisce un approccio promettente per trasformare parte del vasto ammontare dell'inquinamento plastico in una risorsa per combattere i danni ambientali provocati altrove", ha proseguito lo studioso, secondo il quale i coloranti sintetici rientrano fra gli osservati speciali. "Recenti studi hanno dimostrato che questi coloranti sono responsabili di gravi danni ai sistemi ecologici acquatici - ha aggiunto - lo sviluppo di metodi per rimuovere questi composti derivati dagli effluenti industriali sta diventando sempre più importante". Il nuovo materiale derivato dal polistirolo potrebbe rappresentare una prima soluzione verso il recupero e l'attacco all'inquinamento da coloranti, una "svolta" nel trattamento dei rifiuti di plastica che potrebbe quindi estendersi anche alla pulizia di altri agenti nocivi.

 

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