Una macchina trita plastica per ridare vita ai rifiuti

Ambiente
La plastica presente in mare e sulle coste è una minaccia per l'ecosistema (Foto: Archivio Getty Images)

L'invenzione del Plastic Collective si chiama Shruder e promette di sminuzzare questo materiale per poi consentirne il recupero, tramite la trasformazione, ad esempio, in resistenti corde sintetiche. LO SPECIALE SKY UN MARE DA SALVARE

Il suo nome nasce dalla combinazione dei termini "shred" e "extrude": "triturare" e "estrudere". Ed è esattamente ciò che fa con la plastica. Lo Shruder, la macchina messa a punto dal Plastic Collective, è infatti in grado di rendere più facile il recupero della plastica trasformandola ad esempio in filamenti, forti corde sintetiche e materiale da tessitura. L'invenzione ha attirato anche l'attenzione del principe Carlo d'Inghilterra, che ha recentemente patrocinato una presentazione tramite la sua International Sustainability Unit, a Londra.

Le caratteristiche dello Shruder

Come si legge sul sito ufficiale del Plastic Collective lo Shruder-817 è "un trituratore industriale compatto ed estrusore, ideale per il riciclo di plastiche usate. La sua funzione è quella di distruggere gli oggetti di plastica monouso, che possono quindi essere venduti a un riciclatore di plastica o estrusi in filamenti o cavi per essere trasformati in altri prodotti". Un singolo macchinario è in grado processare cinque chili di plastica ogni ora: "Oltre al cavo di estrusione o al filamento, il prodotto finale può essere utilizzato per creare articoli riciclati per la casa, pavimenti e persino case". Del peso inferiore ai cento chili, l'apparecchio è pensato per essere diffuso in aree remote, all'interno delle case, dove presumibilmente non sono attivi programmi di riciclo su larga scala.

I possibili utilizzi

Inventrice dello Shruder è Louise Hardman, scienziata ambientale ed insegnante. Raggiunta dalla Abc, Hardman ha dichiarato che dopo l'incontro londinese con il principe Carlo sono stati presi contatti con il Wwf e persino la Coca-cola (fra i maggiori utilizzatori di plastica al mondo), che sarebbe pronta a sponsorizzare la macchina. "Vi sono circa 4000 isole a basso reddito su cui ci vogliamo concentrare nella regione dell'Asia-Pacifico da cui si origina il 60% della plastica del mondo che finisce in oceano: a causa della loro economia, questi territori non hanno quasi alcuna struttura di raccolta di rifiuti", ha fatto sapere la studiosa.

 

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