Nuova Zelanda: addio a Nigel, l'uccello "più solo del mondo"

Ambiente
Un esemplare di morus fotografato in Gran Bretagna (Getty Images)

Gli amanti della natura selvaggia neozelandese piangono la morte di un morus, una specie di uccello marino, che nel suo habitat non aveva simili ed è deceduto in solitudine

Nigel è il protagonista di una storia agrodolce che sta commuovendo tutti gli appassionati di natura selvaggia del mondo. Questo esemplare di morus è appena deceduto sull'isola di Mana, in Nuova Zelanda, dopo avervi trascorso una parte della vita in completa solitudine. L'uccello marino era stato attirato da alcune esce - degli esemplari finti, piazzati sul terreno roccioso da degli scienziati. Innamoratosi di una di loro, ha trascorso la sua esistenza tra richiami d'amore non corrisposti. Secondo gli esperti però Nigel non è uno sfortunato esemplare, bensì un pioniere tra gli esploratori della sua specie.

Un esperimento di attrazione sociale

Tutto è iniziato con l'idea di Stephen Kress, vice presidente alla conservazione degli uccelli presso la National Audubon Society, di usare esche colorate, riproduzioni di cemento di esemplari della specie che si vuole attirare su un dato territorio per ripopolarlo. Nei primi anni Settanta lo aveva fatto per riportare le fratercula atlantiche sull'Eastern Egg Rock. Ma il suo metodo, completato anche da versi registrati, non funzionò. Non bastava una sola esca: doveva sembrare che ci fosse una colonia. Per creare l'illusione, Kress aggiunse più esemplari e degli specchi per simularne il movimento. Sull'isola arrivarono 172 esemplari di pulcinelle di mare che iniziarono a riprodursi, segnando il successo del modello definito "social attraction", attrazione sociale. Attualmente è utilizzato in tutto il mondo per ricostruire colonie animali sulle isole.

L'arrivo di Nigel

I morus non sono una specie a rischio estinzione in Nuova Zelanda. L'obiettivo del progetto che ha attirato Nigel sull'isola di Mana è quello di distribuire la biodiversità animale in altri luoghi. Gli esperti speravano che, attirando i morus, col loro guano fertilizzante potessero ripristinare le condizioni pre-umane del terreno. Bisognava però combattere uno degli istinti più fortemente radicati in questi esemplari: la filopatria. Si tratta della tendenza di alcune specie di animali migratori a tornare in un luogo particolare per nutrirsi o riprodursi. Si doveva quindi costringerli a fermarsi per riprodursi, come fece Nigel. "Senza uccelli come Nigel, non ci sarebbero nuove colonie", spiega Kress al Washington Post.

La morte di Nigel

Il progetto di ripopolazione dell'isola di Mana iniziò negli anni 90, ma solo nel 2015 le esche videro la compagnia di Nigel, che iniziò a vivere tra loro. Recentemente altri tre esemplari di morus avevano toccato il suolo, attirati dalla presenza di altri uccelli. Si crede che Nigel sia morto di vecchiaia, anche se gli scienziati stanno eseguendo un'autopsia sul cadavere, anche per studiare le ragioni della sua infatuazione per l'esca. Si tratta "di un comportamento strano per i morus, ma ogni gruppo ha i suoi individui speciali". Magari la solitudine del luogo ha dato a Nigel la sensazione di poter trovare finalmente la pace in attesa di spegnersi.

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