Gran Sasso, il ghiacciaio del Calderone è "sparito"

Ambiente
Una veduta del massiccio del Gran Sasso (Getty Images)

A lanciare l'allarme sui social network è uno storico rifugio della zona: "Non c'è soluzione a questa siccità eccezionale"

Il caldo e la siccità dell'estate 2017 fanno sentire i loro effetti anche ad alta quota. A risentire degli effetti delle alte temperature ci sarebbe anche il ghiacciaio del Calderone, sul massiccio abruzzese del Gran Sasso. Secondo quanto scritto sul proprio profilo Facebook dal Rifugio Franchetti, storica struttura della zona, il ghiacciaio più meridionale d'Europa che si trova fra i 2.650 e i 2.850 metri d'altezza sarebbe infatti addirittura sparito.

Emergenza siccità

"Il Ghiacciaio del Calderone non c'è più - recita il post apparso sul social network del rifugio sul versante teramano della montagna, che con i suoi 2.433 metri d'altitudine è il più alto d'Abruzzo - e la sorgente del rifugio è a secco, cosa mai successa in questi ultimi 30 anni". Una situazione che, oltre ad essere significativa a livello ambientale, sta mettendo in difficoltà anche la stessa struttura ricettiva: "L'acqua è meno che poca e non c’è soluzione a questa siccità eccezionale - hanno spiegato i gestori su Facebook - perciò la cucina lavora in emergenza e il gabinetto non funziona".

Le preoccupazioni

A indicare che le condizioni di questo ambiente naturale stavano diventando preoccupanti avevano contribuito anche alcune recenti foto di alpinisti locali che mostravano la conca del Calderone a secco, con solo tre minuscole chiazze di ghiaccio. Per l'alpinista aquilano Paolo Boccabella "la situazione quest'anno è drammatica: il ghiacciaio è sparito non alla fine dell'estate, ma già a metà agosto".

Scomparsa dello strato superficiale

Più nel dettaglio del fenomeno che si sarebbe veirificato è sceso invece Marco Scozzafava, presidente dell'associazione meteorologica "L'Aquila Caput Frigoris": "A consumarsi è stato soltanto lo strato superficiale di neve, che di solito resiste per tutta l'estate. Sotto il ghiaione rimane uno strato di ghiaccio vivo spesso in media 15 metri, fino a un massimo di 25 nell'inghiottitoio centrale". Scozzafava ha ricordato che "il nevaio superficiale si consuma completamente d'estate in media una volta ogni cinque anni. Lo ha fatto nel 2001, nel 2007 e nel 2012". Dal 1992 al 2015, tuttavia, lo strato di ghiaccio sotto i detriti "si è ridotto di quasi un metro, scendendo da 26 a 25". Quest'analisi consente di affermare che "la sparizione del ghiacciaio ogni cinque anni non è un evento eccezionale, ma la situazione va tenuta sotto controllo. Sarebbe allarmante se la cosa si ripetesse tutti gli anni".

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