Vivere vicino al traffico può aumentare il rischio di demenza

Ambiente
Una strada trafficata. L'esposizione all'inquinamento aumenterebbe il rischio di demenza (Getty Images)
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Lo dice una ricerca pubblicata su "Lancet": l'inquinamento delle auto farebbe salire del 7 per cento la possibilità di soffrire di questa malattia

Chi vive vicino al traffico ha più possibilità di soffrire di demenza, un disturbo delle funzioni intellettive che colpisce in particolare gli anziani. A sostenerlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista "The Lancet" che ha messo in relazione alcune malattie con l'inquinamento dovuto alle macchine scoprendo che questo ha un'incidenza sulla demenza ma non, ad esempio, sul Parkinson e sulla sclerosi multipla.

Una sindrome che potrebbe colpire 135 milioni di persone – La demenza, sindrome che distrugge pensiero e memoria, è devastante per chi ne soffre e per i suoi familiari. Ma, secondo le previsioni, è anche uno dei più grandi problemi che dovrà affrontare nel prossimo futuro il welfare mondiale: sul nostro pianeta, colpisce già circa 47 milioni di persone, ed entro il 2015 – dice l'Organizzazione mondiale della sanità – ne soffriranno 135 milioni.

La demenza sarebbe legata allo smog – Secondo la ricerca, condotta da un team capitanato da Hong Chen, dell'Agenzia di Salute pubblica dell'Ontario, in Canada, la contaminazione dell'aria da parte delle automobili e degli altri mezzi di trasporto potrebbe essere tra le cause di questa "epidemia". Il lavoro ha monitorato per dieci anni lo stato di salute di 6,6 milioni di persone che vivono nello Stato che include le aree metropolitane di Toronto e Ottawa, e dove abita circa un terzo della popolazione canadese.

Le conclusioni – La ricerca dimostra che i cittadini che stanno a meno di 50 metri da una strada trafficata hanno un rischio del 7 per cento più alto di soffrire di demenza rispetto a quelli che invece stanno a più di 300 metri. Rischio che si riduce al 4 per cento per quelli che abitano fra i 50 e i 100 metri dal traffico, del 2 per quelli che stanno tra i 101 e i 200 metri. "Lo studio dimostra che le politiche volte a ridurre l'inquinamento dovuto al traffico possono avere benefici per la prevenzione della demenza – spiega Chen al quotidiano spagnolo El Pais – e, anche se dai risultati l'aumento del rischio può sembrare moderato, questo si traduce nel fatto che tra il 7 e l'11 per cento dei casi di pazienti con demenza possono essere riconducibili all'esposizione al traffico".

Nessuna relazione causa-effetto – L'indagine non arriva a una vera e propria relazione causa-effetto, ma porta una serie di indizi incontrovertibili contro il presunto colpevole della sindrome, che sarebbe appunto l'esposizione prolungata alla contaminazione delle emissioni delle auto, come il diossido di carbonio, il particolato e i metalli pesanti. La stessa associazione, ad esempio, non è stata trovata per altre malattie oggetto dell'indagine, come il morbo di Parkinson e la sclerosi multipla.

Necessarie ulteriori indagini” – Tra gli scettici c'è David Reynolds, a capo di un'organizzazione britannica che studia l'Alzheimer. “ Lo studio ha identificato uno dei possibili fattori di rischio – ha spiegato al portale scientifico Science Media Centre - ma sono necessarie maggiori indagini per arrivare ad affermare che la contaminazione dell'aria è più rischiosa di altri comportamenti, come fumare, la mancanza di esercizio fisico o il sovrappeso”.


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