Diritti d'autore, accordo Soundreef-Lea. "Superato il monopolio Siae"
TecnologiaLa società fondata da Davide D'Atri ha siglato una partnership con la neonata associazione "Liberi Editori Autori". Permetterà alla startup di operare in Italia senza infrangere le norme
"Adesso possiamo dire a tutti gli effetti che una piccola società ha abbattuto il monopolio della Siae nella raccolta dei diritti d'autore". Lo hanno annunciato Davide D'Atri, fondatore di Soundreef e il rapper Fedez, uno dei primi volti noti della musica ad abbandonare la Società Italiana degli Autori ed Editori per la startup con sede a Londra.
Cosa dice la legge italiana
A cambiare il quadro è l'accordo con Lea (Liberi Editori Autori), un'associazione no-profit, costituita di recente, per la gestione dei diritti d'autore. Con questa partnership, Soundreef affida a Lea la riscossione dei diritti del proprio catalogo, fatto da 11mila artisti, tra i quali, oltre all'alfiere Fedez, ci sono anche Fabio Rovazzi, J-Ax, Enrico Ruggeri, Gigi D'Alessio, Nesli e i 99 Posse. L'accordo è necessario per operare in Italia nel rispetto delle regole. Dal primo gennaio, infatti, è entrato in vigore l'articolo 19 del decreto fiscale collegato alla Legge di Stabilità 2018. Si tratta di una norma che ha tentato di mantenere un equilibrio tra il quadro italiano e la spinta dell'Unione europea, che con la direttiva Barnier imponeva una maggiore liberalizzazione. La nuova legge prevede il superamento del monopolio Siae, riservando però la possibilità di riscuotere solo ad altre entità no-profit, come la Siae stessa. Ma non come Soundreef, a tutti gli effetti un'impresa privata con scopo di lucro. D'Atri, legandosi a Lea, supera di fatto questo vincolo. E, dopo anni di scontri, cerca il dialogo con l'ex monopolista: "C'è tanto lavoro da fare per le istituzioni preposte al controllo e vigilanza di questo nuovo mercato. Facciamo un appello ai dirigenti Siae: è il momento di moderare i toni e confrontarci". Fedez ha sottolineato di aver creduto fin dall'inizio nel progetto di Soundreef. "Oggi sono contento di essere stato in prima linea in questa battaglia tra Davide e Golia".
Il percorso normativo
Soundreef nasce nel 2011, proponendo un sistema di riscossione e tracciamento dei diritti digitale. Il cambio di passo arriva nel 2014 con la Direttiva Barnier (dal nome di Michel Barnier,suo promotore e ai tempi commissario Ue al mercato interno): prevede che i creativi possono affidare la tutela dei propri diritti alla società che preferiscono all'interno dell'Unione europea. A settembre 2014 il Tribunale di Milano dichiara le attività di Soundreef in Italia legittime. In una circolare del 2016, l'Antitrust si esprime in favore della liberalizzazione e nel 2017 ha aperto un'istruttoria su presunte condotte di Siae mirate a escludere i concorrenti. Fino ad arrivare alle nuove regole, formulate sotto la minaccia di un'imminente procedura d'infrazione da parte di Bruxelles.
Gli altri accordi
Da inizio anno, l'attività di Soundreef si è moltiplicata. Oltre a incassare la fiducia di nuovi artisti, la startup ha stretto un accordo con YouTube per avere una rendicontazione più precisa dei compensi dovuti ai cantanti del proprio catalogo. E ha firmato una partnership con Suisa (la Siae svizzera) per negoziare e raccogliere insieme i diritti d'autore sui maggiori servizi digitali, come Apple Music, iTunes, Google Play, Amazon e Spotify.