Notti sempre meno buie per l'inquinamento luminoso

Scienze
Una panoramica della luce artificiale in Europa (Foto: Nasa)

Uno studio dell'Helmotz Centre di Potsdam ha dimostrato che l'illuminazione ad opera dell'uomo fa segnare un +2% dal 2012

Sulla Terra c’è troppa luce, e non è una buona notizia. Un’equipe di ricercatori ha pubblicato sulla rivista Science Advances i risultati di uno studio secondo cui l’area del pianeta illuminata artificialmente è cresciuta di oltre il 2% l'anno. I dati, ottenuti utilizzando un radiometro satellitare Nasa (un dispositivo progettato specificamente per misurare la luminosità della luce notturna), hanno dimostrato che "l'introduzione della luce artificiale è uno dei cambiamenti fisici più drammatici che gli esseri umani abbiano mai apportato al nostro ambiente", ha spiegato Christopher Kyba, coordinatore del centro che ha condotto la ricerca al Helmholtz Centre di Potsdam in Germania.

Il passaggio all’illuminazione LED

A peggiorare la situazione negli ultimi quattro anni ha contribuito il passaggio dai lampioni tradizionali ai LED: in questo modo, l'illuminazione urbana giallo-oro ha lasciato il posto a un più luminoso blu-bianco. Ma, poiché i LED sono più efficienti dal punto di vista energetico (e quindi più economici da utilizzare), i luoghi che prima sarebbero stati lasciati al buio perché non era indispensabile che fossero illuminati, adesso possiedono una luce artificiale altrettanto potente. Inoltre, spiegano i ricercatori, "i cambiamenti di luminosità nel tempo sono diversi da Paese a Paese: le nazioni più 'brillanti' del mondo, come Stati Uniti e Spagna, hanno mantenuto il loro livello di luminosità, mentre è aumentato quello della maggior parte delle nazioni in Sud America, Africa e Asia".

Gli effetti sulla natura

Tutto questo ha conseguenze negative anche in natura. Secondo il Time, uno studio del 2017 ha rilevato che l'illuminazione artificiale vicino ai corsi d'acqua attira gli insetti dalla superficie dell'acqua e verso la fonte di illuminazione, interrompendo le catene alimentari e indebolendo l'ecosistema locale. Un altro studio di quest'anno ha attribuito all’eccessiva luminosità delle aree balneari la diminuzione delle popolazioni di tartarughe marine, dal momento che gli esemplari più giovani vengono attirati verso la luce fuori dall'acqua, dove vengono catturati dai predatori. Anche gli uccelli migratori, che si orientano con la luce proveniente dalla luna e dalle stelle, possono perdere le rotte quando l'inquinamento luminoso è eccessivamente alto. La vegetazione è altrettanto influenzata: è stato dimostrato, riporta sempre il Time, che gli alberi crescono sempre più fuori stagione, poiché le luci artificiali illuminano troppo presto i loro boccioli, lasciandoli vulnerabili alle basse temperature prima del vero inizio della primavera.

Gli effetti sull’uomo

Poi c’è anche l’effetto sull’uomo: l'American Medical Association avverte che l'illuminazione notturna, in particolare la varietà LED blu-bianca, "è associata a tempi di sonno ridotti, insoddisfazione per la qualità del sonno, eccessiva sonnolenza, funzionamento alterato durante il giorno e obesità". Uno studio di Harvard ha dimostrato che l'illuminazione artificiale può essere collegata a un aumento dei tassi di cancro al seno, probabilmente a causa della diminuzione dei livelli dell'ormone melatonina. Per ora, afferma il Time, questa connessione è stata trovata solo nelle donne in premenopausa che sono fumatrici attuali o ex, ma il collegamento è comunque preoccupante.

Luce mal distribuita

A differenza di altri tipi di inquinamento, quello luminoso è più facile da combattere perché, spiegano i ricercatori, "non si tratta di quantità globale ma di direzione". In sostanza, non è troppa la luce artificiale ma è distribuita male: alcune aree relativamente piccole ma illuminate danno contributi sproporzionati alla luminosità notturna. Un singolo aeroporto internazionale, ad esempio, può essere 30 volte più luminoso di un'intera città nell'ovest americano. Inoltre, afferma il dott. Kyba: "La visione umana si basa sul contrasto, non sulla quantità di luce. Riducendo il contrasto all'aria aperta, evitando le luci abbaglianti, è possibile avere una visione migliore anche con meno illuminazione. Ciò potrebbe significare grandi risparmi energetici - prosegue - ma i nostri dati mostrano che su scala nazionale e globale non è questa la strada che stiamo intraprendendo".

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