La nuova senatrice a vita, a Milano per la posa di nuove Pietre d'inciampo a memoria delle vittime del nazifascismo, spiega: "Non avrei mai pensato di sentire ancora nella mia lunga vita certi slogan". E racconta le emozioni della telefonata del presidente Mattarella
"Quando ha saputo della nomina ho chiesto una sedia"
"Sono una donna comune e una nonna e a maggior ragione la telefonata del presidente Mattarella mi ha lasciato al momento intimidita, senza capire esattamente cosa mi stesse succedendo": così Liliana Segre ha raccontato le emozioni vissute quando il capo dello Stato le ha comunicato la nomina a senatrice a vita. "Quando ho avuto l’onore di essere chiamata da lui 'senatrice a vita' ho chiesto una sedia per sedermi. Mi sentivo debole e inadatta a una nomina così importante", spiega Segre.
Il ricordo delle vittime nelle Pietre d'inciampo
Segre ha parlato a Milano, dove si trova per la posa di nuove Pietre d'inciampo in memoria delle vittime che non hanno potuto avere una tomba e dei politici che si opposero all'odio nazifascista: "Oggi sono qui come presidente delle Pietre d’inciampo che dall’anno scorso vengono posate a Milano. Sono equamente divise, quest'anno sono 13 e 13, tra ebrei uccisi ad Auschwitz e in altri campi per cui non c’è una tomba, e nella stessa misura politici, coloro che scelsero la strada più difficile e che misero il loro nome e la loro vita al servizio di un ideale, oggi qualche volta dimenticato", spiega la nuova senatrice a vita. "Sono contenta che queste Pietre siano divise nella stessa misura tra chi andò al macello per la sola colpa di esser nato e chi scelse la via più difficile".