Il codice antimafia è legge: per i corrotti sequestri come ai mafiosi

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Il testo approvato alla Camera con 259 voti a favore. Alt agli incarichi a parenti nell'amministrazione giudiziaria, un fondo di sostegno per le aziende sequestrate per salvaguardare i posti di lavoro. TUTTE LE NOVITA'

Misure di prevenzione patrimoniale più veloci, trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, una nuova versione dell’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati, ma soprattutto corrotti, stalker e terroristi – e non più solo mafiosi – tra i possibili destinatari dei provvedimenti. Sono queste, in sintesi, le principali novità del Codice antimafia approvato dalla Camera con 259 voti a favore. Ecco in dettaglio le misure previste dalla nuova norma.  

Corrotti come mafiosi

Si allarga la cerchia dei possibili destinatari di misure di prevenzione: oltre a chi è indiziato per aver aiutato latitanti di associazioni a delinquere, la riforma inserisce anche chi commette reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, corruzione (ma solo nel caso di reato associativo) - anche in atti giudiziari - e concussione. Punto contestato, quest'ultimo, su cui però è passato anche un ordine del giorno che impegna il governo a rivedere l'equiparazione mafioso-corrotto.

Sequestro e confisca

L'applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali dovrebbe essere resa "più veloce e tempestiva" prevedendo una "trattazione prioritaria". Nei tribunali dei capoluogo sede di corte d'Appello si istituiranno sezioni o collegi specializzati per trattare in via esclusiva i procedimenti. Si estendono i casi di confisca allargata, quando viene accertato che il patrimonio dell'autore del reato è sproporzionato rispetto al reddito e il condannato non è in grado giustificare la provenienza dei beni. Quando non viene applicata la confisca si può avere l'amministrazione giudiziaria e il controllo giudiziario. Confisca allargata obbligatoria per alcuni ‘ecoreati’ e per l'autoriciclaggio e si applica anche in caso di amnistia, prescrizione o morte di chi l'ha subita.

Controllo sulle aziende a rischio infiltrazione

Viene introdotto l'istituto del controllo giudiziario sulle aziende in caso di pericolo concreto di infiltrazioni mafiose. Il controllo è previsto per un periodo che va da uno a 3 anni e può anche essere chiesto volontariamente dalle imprese.

Amministratori giudiziari, niente incarichi a parenti

"Maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, con garanzia di competenze idonee" e di "rotazione negli incarichi". Viene modificato il procedimento di nomina e revoca dell'amministratore giudiziario di beni confiscati: l'incarico non potrà essere dato a parenti né a "conviventi e commensali abituali" del magistrato che lo conferisce. È la cosiddetta "norma Saguto", dal nome dell'ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo sospesa e indagata per corruzione. Lo stesso varrà per i curatori fallimentari: stop a chi ha parentela, affinità, convivenza o assidua frequentazione con uno qualunque dei magistrati dell'ufficio giudiziario che conferisce l'incarico.

Un fondo di sostegno per le aziende sequestrate

Per favorire la ripresa delle aziende sequestrate nasce un fondo da 10 milioni di euro l'anno e misure per aiutare la prosecuzione delle attività e la salvaguardia dei posti di lavoro.

L’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati

Viene riorganizzata l'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati dotandola di un organico di 200 persone e che rimane sotto la vigilanza del ministero dell'Interno. La sede centrale sarà a Roma e avrà un direttore - non per forza un prefetto - che si occuperà dell'amministrazione dei beni dopo la confisca di secondo grado. Ridefiniti i compiti, potenziata l'attività di acquisizione dati e il ruolo in fase di sequestro con l'obiettivo di consentire un'assegnazione provvisoria di beni e aziende, che l'Agenzia può anche destinare beni e aziende direttamente a enti territoriali e associazioni.

I numeri attuali

Sono quasi 20 mila i beni confiscati alle mafie, tramite sequestro preventivo, a cui si aggiungono 2.876 aziende. Altri 20 mila i beni confiscati (tra terreni, aziende e immobili) con procedimenti di natura penale. Immenso il valore: quasi 30 miliardi, ma oltre il 90% oggi fallisce.

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