Scontri al confine tra Gaza e Israele: uccisi 15 palestinesi

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Scontri tra truppe israeliane e manifestanti palestinesi nella Striscia (Foto: Ansa)

Violenze lungo il confine con lo stato ebraico dove è in atto la "Marcia per il ritorno" nell'ambito del Land day. Media palestinesi parlano di oltre mille feriti, l'esercito israeliano ha calcolato in circa 17mila i manifestanti che "lanciano bombe incendiarie e sassi"

Almeno 15 palestinesi morti, oltre 1.400 feriti e migliaia di palestinesi che protestano al confine tra Israele e la Striscia di Gaza: è il bilancio della Marcia del Ritorno, la manifestazione lungo la frontiera, convocata da Hamas e che andrà avanti fino al 15 maggio, l'anniversario dell'esproprio delle terre arabe per creare lo Stato di Israele nel 1948. 

Proteste e battaglia a confine Gaza

L'esercito ha aperto il fuoco in più occasioni con colpi di artiglieria, munizioni vere e proiettili di gomma vicino alla barriera di sicurezza davanti a cui hanno manifestato 20.000 palestinesi. Dalla folla sono stati lanciati sassi e bottiglie molotov verso i militari. E probabilmente la situazione è destinata solo a peggiorare. Scontri sono scoppiati anche in Cisgiordania - all'ingresso di Ramallah e nel quartiere di Bab a-Zawiya a Hebron, dove decine di manifestanti palestinesi hanno dato fuoco a pneumatici e lanciato pietre; le forze dell'ordine hanno risposto, cercando di disperderli: almeno 27 i feriti.

Anpi: bagno di sangue

A Gaza, di primo mattino il colpo di artiglieria di un carro armato aveva ucciso un agricoltore palestinese di 27 anni che era entrato nella fascia di sicurezza istituita dalle forze armate israeliane. Successivamente è stato ucciso con un colpo allo stomaco un 25enne a est di Jabaliya, nel nord del territorio costiero e altri due (fra cui un 38enne) in punti diversi della frontiera. Poi è stata la volta di un adolescente, 17 anni appena. La maggior parte degli oltre feriti sono stati causati da proiettili di gomma e gas lacrimogeni. Perché Israele sta usando un'arma nuova, un drone lancia-lacrimogeni, che fa cadere liquido irritante sui manifestanti. L'Anp ha chiesto "un intervento internazionale immediato e urgente per fermare il bagno di sangue".

Esercito: colpiamo gli istigatori

L'esercito israeliano ha precisato di aver preso di mira "i principali istigatori" delle proteste violente e ha ribadito che non verrà permesso a nessuno di violare la sovranità di Israele superando la barriera di sicurezza e per questo ha anche schierato un centinaio di tiratori scelti.

La "marcia del ritorno"

Le manifestazioni sono partite da sei punti dell'arido confine tra Gaza e Israele, lungo una cinquantina di chilometri: in particolare Rafah e Khan Younis nel sud, el-Bureij e Gaza City al centro, Jabalya nel nord. Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha arringato la folla assicurando che "è l'inizio del ritorno di tutti i palestinesi". A partire da oggi e per sei settimane i palestinesi saranno impegnati nella cosiddetta Marcia del ritorno, che si apre con la Giornata della Terra per ricordare l'esproprio da parte del governo israeliano di terre di proprietà araba in Galilea, il 30 marzo 1976. Le proteste dureranno fino al 15 maggio, anniversario della fondazione di Israele, per i palestinesi "Nakba", la catastrofe. 

La protesta, che secondo gli organizzatori doveva essere pacifica, ha l'obiettivo di realizzare il "diritto al ritorno", la richiesta palestinese che i discendenti dei rifugiati privati delle case nel 1948 possano ritornare alle proprietà della loro famiglia nei territori che attualmente appartengono a Israele.

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