Il Parlamento Europeo vota sull'abolizione dell'ora legale

Mondo

Dario Cirrincione

La risoluzione, su cui si decide in queste ore, è sostenuta da deputati del Nord, Centro ed Est Europa. I firmatari: "Turbare l'orologio degli individui porta danni alla salute". Gli studi scientifici non sono del tutto chiari. L'ultima parola spetta alla Commissione Ue

Interrompere l'attuale cambiamento semestrale dell'ora. O più semplicemente: abolire l’ora legale. Stavolta non è una chiacchiera da bar, ma una proposta di risoluzione che verrà votata dal parlamento Europeo in queste ore. La firma sulla risoluzione, presentata lo scorso gennaio, è dell’onorevole Karima Delli: deputata francese del gruppo Ale e presidente della Commissione per i trasporti e il turismo. (Ndr: La proposta di abolizione è stata poi bocciata dall'Aula, leggi l'aggiornamento)   

“Rispettare i ritmi circadiani”

A sostenere la risoluzione è una larga coalizione di eurodeputati. Sono quasi tutti del Nord, Centro ed Est Europa e chiedono alla Commissione Ue di "condurre una valutazione approfondita" della direttiva comunitaria sull'ora legale. Il testo, composto da un paio di paragrafi, invita a "formulare, se necessario, una proposta di revisione" della stessa direttiva.

Analisi per riscontrare eventuali effetti sulla salute

"Turbare due volte all'anno l'orologio interno degli individui porta danni alla salute", ha affermato in conferenza stampa a Strasburgo l'eurodeputata verde finlandese Heidi Hautala, "la nostra richiesta è basata su decine di studi". In realtà non c'è ancora una bibliografia univoca sui presunti danni apportati dal cambio orario a uomini e animali. E ciò si evince dalla stessa risoluzione dove vengono citati “numerosi studi scientifici tra cui lo studio dei Servizi di ricerca del Parlamento europeo dell'ottobre 2017”. Tali studi non sono riusciti a giungere a conclusioni definitive, ma hanno segnalato “l'esistenza di effetti negativi sulla salute umana”. Il voto della Plenaria non sarà decisivo. L’ultima parola, sul tema, spetta alla Commissione Ue.

 

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