Sottomarino argentino scomparso, nuovo indizio nelle ricerche

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Il San Juan, le apparecchiature di ricerca e i messaggi di speranza lasciati dagli argentini su una recinzione militare
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Il portavoce della Marina militare di Buenos Aires ha detto che è stata “rilevata un’anomalia idro-acustica, un rumore" che potrebbe provenire dal sommergibile disperso. Il segnale risale al 15 novembre. Proseguono i pattugliamenti nell’oceano e la corsa contro il tempo

Il portavoce della Marina militare argentina ha rivelato che è stato rilevato "un nuovo indizio” nelle ricerche del sottomarino disperso, il San Juan. Si tratterebbe di una "anomalia idro-acustica, un rumore" che potrebbe provenire dal sommergibile argentino scomparso da una settimana nell'Atlantico del Sud (gli aggiornamenti). 

Rumore rilevato una settimana fa

In una conferenza stampa, il portavoce della Marina ha spiegato che il "rumore" sarebbe stato rilevato una settimana fa, il 15 novembre, intorno alle 11 del mattino (le 15 in Italia), circa 30 miglia a nord dal punto dal quale il San Juan si era messo in contatto per ultima volta con il comando della Marina, quattro ore prima. "La nostra Marina aveva chiesto la collaborazione degli Stati Uniti, che a loro volta hanno chiesto informazioni a diversi organismi che rilevano eventi idro-acustici in tutto il mondo. Dopo aver riunito questa informazione ed effettuato un'analisi esaustiva e centralizzata negli Usa, che ha richiesto il suo tempo, oggi abbiamo ricevuto questo indizio", ha spiegato il portavoce militare. 

Prosegue la corsa contro il tempo

Interrogato sulla possibilità che il rumore fosse un'esplosione, il portavoce ha precisato che "non abbiamo informazioni al riguardo e non formuliamo nessuna congettura". In base a questo nuovo indizio, ha aggiunto, si sta procedendo a un nuovo monitoraggio dell'area dalla quale proverrebbe il rumore, seguendo lo stesso modello di "triplo controllo" usato in precedenza. Questo suppone l'uso di sonar attivi e passivi, in dotazione alle unità navali argentine; immagini termiche, rilevate da aerei americani e monitoraggio di possibili anomalie magnetiche, a carico di un aereo antisommergibili brasiliano, che sorvola le zone interessate a bassa quota. Prosegue dunque la corsa contro il tempo per il salvataggio, visto che le riserve di ossigeno sarebbero ormai finite.

Putin a Macri, aiuti per ricerca sottomarino 

Fra i diversi paesi, inclusi gli Usa e Gran Bretagna, che stanno aiutando l'Argentina nella ricerca del sottomarino disperso da una settimana ci sarà anche la Russia. Durante un colloquio telefonico fra i presidenti Mauricio Macri e Vladimir Putin è stato toccato il tema e i ministri della Difesa dei due Paesi decideranno le modalità per mettere in pratica l'aiuto di Mosca, in particolare quello di "una nave oceanografica di alta complessità" adatta alle ricerche in corso nell'Atlantico. I media hanno ricordato come nell’agosto del 2000 Putin abbia dovuto far fronte alla tragedia del Kursk, affondato con 118 membri dell'equipaggio nel mare di Barents. Una vicenda che per alcuni aspetti ricorda quella del San Juan.

La vicenda del sottomarino scomparso

La Marina argentina ha annunciato di aver perso i contatti con il sottomarino da mercoledì scorso. A bordo ci sono 44 persone. Il sommergibile navigava nell'Atlantico meridionale, al largo della Patagonia, nel sud del Paese. Il sottomarino era partito dalla base navale di Ushuaia per dirigersi a quella nel Mar de la Plata, quando "le comunicazioni si sono interrotte". Alle ricerche hanno partecipato navi militari ed aerei. Nei giorni seguenti la speranza si era riaccesa per l’indiscrezione che erano stati captati segnali che potevano essere riconducibili a tentativi di chiamata dal San Juan. Altri possibili segnali sarebbero stati rilevati ma per ora si tratta di tracce non confermate. Ulteriori preoccupazioni sono arrivate dalla comunicazione che il sottomarino scomparso avrebbe scorte di ossigeno per una settimana, quindi l’aria respirabile potrebbe già essere terminata o quasi.

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