L'atleta 52enne stava partecipando alle "Sette vette", tour che prevedeva il lancio dalle montagne più alte di ogni continente. Nel 2013 aveva battuto il record dai 7220 metri del Changstse
Valery Rozov, 52enne star del base-jumping, ha perso la vita sull'Himalaya. Ancora sconosciute le cause dell'incidente occorso all'atleta estremo, che deteneva il record per il lancio più alto di sempre.
Incidente ancora da chiarire
La tragedia è avvenuta sabato 11 novembre durante un tentativo di lancio con la tuta alare dall'Ama Dablam, cima di 6.812 metri nella regione dell'Everest. Rozov stava prendendo parte al tour “Sette vette”, che prevede il lancio dalle montagne più alte di ogni continente, per battere un nuovo primato. A dare notizia dell'incidente del base-jumper è stato lo stesso team che si trovava con lui: “Stiamo cercando il suo corpo con degli elicotteri – ha spiegato alle agenzie uno degli organizzatori – le circostanze dell'incidente non sono ancora chiare”.
I record di Valery Rozov
Nel video postato lo scorso 8 ottobre su Instagram dallo stesso Rozov si vede il suo ultimo volo. “Se per l'uomo fosse stato possibile nascere con le ali, quell'uomo sarebbe Valery Rozov”, c'è scritto sulla pagina Internet a lui dedicata dal suo team, Red Bull, dove viene definito una “leggenda del cielo”. E Rozov in qualche modo lo era: nel 2013 indossando solo una wingsuit, la tuta alare con il paracadute per ammortizzare l'atterraggio, aveva realizzato il lancio più alto di sempre “volando” dai 7.220 metri del Changstse, vetta del massiccio dell'Everest. Si era lanciato anche dal Cerro Torre in Patagonia, e nel 2016 si era superato planando dal Monte Cho Oyu, 7.770 metri al confine tra Cina e Nepal.