In Siria battaglia finale per liberare Raqqa dall'Isis

Mondo
Un'immagine di Raqqa a settembre del 2017 (Getty Images)
raqqa_2017_getty

Le forze siriane a maggioranza curda (Sdf) annunciano l’inizio delle ultime fasi del combattimento per riconquistare la città. La coalizione internazionale: scontri ancora “difficili”. Raggiunto l'accordo per evacuare civili, combattenti siriani e "foreign fighters"

A Raqqa è in corso quella che è stata definita come "la battaglia finale". Le forze siriane a maggioranza curda (Sdf) hanno annunciato che sono iniziate le ultime fasi del combattimento per strappare all’Isis la città considerata la "capitale" dello Stato islamico. L'operazione, tuttavia, potrebbe richiedere ancora ore o giorni. E, proprio sui combattimenti, è arrivato anche un comunicato inviato all'Associated Press dalla coalizione internazionale a guida statunitense dove si precisa che le condizioni del conflitto sono ancora "difficili". 

Raggiunto l'accordo per evacuare la città

Intanto un accordo, ha fatto sapere la coalizione internazionale, è stato raggiunto tra le Sdf e l'Isis per evacuare la città. Contrariamente a quanto annunciato inizialmente, sarà concesso di lasciare Raqqa non solo ai civili e ai combattenti siriani ma anche ai "foreign fighters" di Isis. Lo ha chiarito Omar Alloush, co-presidente del Raqqa Civil Council. L'accordo, sottolinea un comunicato, è stato raggiunto con il contributo di capi tribali della regione al fine di "ridurre al minimo le vittime civili". La coalizione ha preso le distanze dall'accordo: c'è il rischio, spiega, di consentire la fuga di molti jihadisti, che poi potrebbero riapparire in altre regioni. La coalizione, del resto, aveva già aspramente criticato un analogo accordo raggiunto in agosto dalle forze siriane e delle milizie sciite libanesi di Hezbollah, loro alleate, che aveva consentito l'evacuazione di centinaia di miliziani dell'Isis e dei loro familiari da un'area a cavallo della frontiera tra Siria e Libano verso l'est della Siria. Tra coloro che potrebbero cercare di fuggire da Raqqa vi sono anche molti foreign fighter provenienti da Paesi occidentali, che sono contrari alla loro evacuazione. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondu), ad opporsi all'accordo per l'evacuazione sarebbero stati in particolare i servizi di Intelligence francesi, che sospettano la presenza in città di alcuni organizzatori degli attentati compiuti a Parigi.

Notizie contrastanti

La città nel nord della Siria era assediata dallo scorso ottobre e dal 6 giugno sono iniziate le operazioni finali dell'attacco. Raqqa dal 2015 era diventata la "capitale" del Califfato. Ora starebbe per crollare ed essere conquistata dalla forze curdo/arabe sostenute dagli Usa. Dei combattimenti sarebbero ancora in corso per strappare allo Stato islamico gli ultimi quartieri nel centro della città. Le cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf) a maggioranza curda, alleate degli Usa, hanno infatti spiegato di aver occupato il quartiere occidentale di Al Nahda e hanno detto di avere sferrato l'attacco decisivo contro i quartieri centrali, dove ancora rimangono trincerati poche centinaia di miliziani dell'Isis. Ma la Coalizione internazionale a guida americana ha avvertito che ancora "difficili combattimenti" attendono le forze anti-Isis. Per tutta la giornata, in realtà, c'è stata grande incertezza sulla situazione dei combattimenti a Raqqa. La Coalizione a guida americana aveva fatto sapere che le cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf) erano riuscite riconquistare l'85 per cento della città. Poi, l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) aveva affermato che era stato raggiunto un accordo proprio per consentire l'evacuazione degli ultimi miliziani dello Stato islamico ancora presenti nel centro urbano. Mentre secondo le notizie diffuse dalla televisione Al Arabiya, che ha citato proprie fonti, sarebbero un centinaio i jihadisti che avrebbero deposto definitivamente le armi e si sarebbero arresi.

Altre sconfitte militari dell'Isis

Mentre Raqqa sarebbe sul punto di cadere, le forze di Damasco (appoggiate da russi e iraniani) hanno strappato ai jihadisti il bastione di Mayadin. A questo punto la sconfitta militare degli uomini di Abu Bakr al Baghdadi sembra inevitabile, con le forze irachene che, al di là della frontiera, si apprestano a sferrare l'offensiva finale contro una striscia di territorio ancora controllato dai jihadisti. Mayadin si trova nell'est della provincia di Dayr az Zor, verso il confine iracheno. Negli ultimi mesi questa cittadina era diventata un punto di raccolta per dirigenti e forze dello Stato islamico ritiratesi dai bastioni perduti sia in Siria sia in Iraq. Proprio in Iraq, intanto, il governo ha detto che tutto è ormai pronto per l'attacco che dovrebbe strappare all'Isis la località di Rawah e il valico di frontiera con la Siria di Al Qaim, dopo le offensive che negli ultimi mesi hanno portato alla riconquista di Mosul - l'ex "capitale" irachena dello Stato islamico - di Tal Afar e di Hawija.

Mondo: I più letti