Bonus famiglie, tutte le novità del 2017

Economia

Alberto Battaglia

Anche quest'anno l'Inps mette a disposizione delle famiglie diverse agevolazioni (Archivio Getty Images)
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Dall'assegno di natalità ai voucher per l’asilo nido, una guida per orientarsi nel mondo delle agevolazioni previste quest'anno

Per favorire la sicurezza economica delle famiglie e dare sostegno alle nascite, l'Inps mette a disposizione anche quest'anno una serie di agevolazioni e bonus. Assegno di natalità, premio alla nascita di 800 euro (bonus mamma domani), voucher per il baby sitting e altro ancora: ecco una rapida guida per imparare a conoscere i principali sussidi per le famiglie nel 2017.

Bonus bebé 2017

L'assegno di natalità, noto anche come bonus bebé, è un sostegno economico mensile erogato fino al terzo anno di età del bambino. A beneficiarne sono le famiglie con un reddito Isee non superiore ai 25mila euro; il bonus è valido anche per i figli adottati o in affido preadottivo, per tre anni dall'ingresso in famiglia. Il valore dell'assegno mensile è suddiviso in due fasce: 80 euro al mese (per 12 mesi all'anno) a beneficio delle famiglie con reddito Isee compreso fra i 7mila e i 25mila euro annui, 160 euro al mese per le famiglie con reddito Isee inferiore ai 7mila euro. La domanda va presentata entro 90 giorni dalla nascita del figlio ed è attivabile anche dagli stranieri in possesso di carta di soggiorno; sono necessari in ogni caso i requisiti della residenza in Italia e della convivenza con il figlio.

Bonus cicogna

Un bonus da 500 euro, per i nati nel 2016, è specificamente dedicato a 600 richiedenti che appartengano a specifiche categorie. Noto come bonus cicogna 2017, tale contributo è assegnato per concorso ai dipendenti del Gruppo Poste Italiane Spa, della Gestione Fondo IPOST, o per i pensionati già dipendenti del Gruppo Poste Italiane Spa e ex IPOST.

Bonus mamma domani 2017

Denominato ufficialmente premio alla nascita, il "bonus mamma domani" è stato approvato per contribuire alle spese antecedenti all'arrivo del nuovo nato: consiste in 800 euro, erogati una tantum. Si può richiedere a partire dal settimo mese di gravidanza, fino a un anno dopo la nascita (o dall'adozione o affidamento). Non esistono requisiti di reddito. Obbligatoria, anche qui, la cittadinanza o la carta di soggiorno, unita alla residenza in Italia.

Bonus asili nido

Con questo contributo, dedicato alle famiglie per i figli nati (o adottati) entro il primo gennaio 2016, si possono ricevere fino a 1.000 euro, destinati al pagamento delle rette per la frequenza degli asili nido pubblici e privati e delle forme di assistenza domiciliare in favore di “bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche”. Erogato sotto forma di contributo mensile, per un massimo di 90,91 euro e 11 mensilità, il bonus non può superare il costo della singola retta. Per accedere al contributo, che può essere richiesto fino al 31 dicembre 2017, non è necessario presentare la certificazione di reddito: occorre, invece, la cittadinanza italiana, Ue, oppure la carta di soggiorno o lo status di protezione (rifugiato politico, protezione sussidiaria). Anche in questo caso è obbligatoria la residenza in Italia.

Voucher baby sitting e contributo asili nido

Negli 11 mesi successivi al congedo di maternità è possibile richiedere un contributo per l'accudimento dei figli, tramite buoni lavoro per il baby sitting, oppure attraverso il pagamento diretto all'asilo prescelto dalla madre. La richiesta può essere inoltrata all'Inps solo nei casi un cui il periodo di congedo di maternità non sia stato completamente usufruito: il contributo interviene, dunque, in sostituzione dei mesi di congedo non goduti. Possono attivare i voucher sia le “lavoratrici dipendenti e quelle iscritte alla Gestione separata” sia le “lavoratrici autonome e imprenditrici”, precisa l'Inps. Nel caso delle lavoratrici dipendenti, il contributo può durare al massimo sei mesi, mentre per le categorie autonome il limite è, invece, di tre mesi. Il valore massimo dell'aiuto, in ogni caso, è di 600 euro mensili (“per le lavoratrici part-time il contributo è ricalcolato in proporzione alla minore entità della prestazione lavorativa”).


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