"Io ho scelto la vita", la campagna dedicata a donne tossicodipendenti

Cronaca
Una foto della campagna "Io ho scelto la vita" della comunità di San Patrignano

La comunità di San Patrignano ha dato il via all'iniziativa che scade il 22 marzo. Obiettivo: contrastare la tossicodipendenza al femminile, sempre più diffusa in Italia. L’85% delle donne aiutate sono utilizzatrici di più di una sostanza

Sempre più donne che fanno uso di droga. È questa l’immagine dell’Italia dove la tossicodipendenza è anche un problema femminile, un fenomeno senza precedenti: sono sempre di più, infatti, le studentesse delle scuole secondarie superiori che sperimentano sostanze psicoattive illegali (30%), con un aumento considerevole nel consumo di sostanze definibili "ad alto rischio", come la poli-assunzione o l’uso quotidiano. A rivelarlo e la comunità di San Patrignano che, per contrastare quanto sta accadendo, e aiutare le ragazze in un percorso di recupero e reinserimento lavorativo, ha dato il via alla campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Io ho scelto la vita”. Si può sostenere fino al 22 marzo, con un sms o una chiamata al numero solidale 45590. (LO SPECIALE 8 MARZO)

In 40 anni aiutate 3.400 donne

Sono 40 anni che la comunità aiuta le tossicodipendenti. In totale sono 3.400 le donne - di tutte le età, dai 13 ai 52 anni - che hanno ricevuto supporto in maniera completamente gratuita. Una di loro, Giulia, ai microfoni di Sky TG24 ha raccontato: "È proprio grazie all’aiuto che ho ricevuto qui, che ad oggi sono arrivata qua". A fine mese, la ragazza inizierà uno stage per lavorare nelle fiere nell’ambito della floricultura, settore in cui si è specializzata in comunità. A San Patrignano infatti sono oltre 50 i settori di vita e formazione, dove i ragazzi vengono inseriti per imparare al meglio una professione. Tutti con una caratteristica: la ricerca dell’eccellenza, per ritrovare autostima.

Donne entrate in comunità: 1 su 3 ha subito violenze

Come Giulia, altre migliaia di ragazze hanno fatto parte negli anni della comunità di San Patrignano. Le loro storie nascono, con frequenza, da situazioni di povertà, da famiglie disgregate, da violenza e abusi. Sono state 2.790 le under 30 ospitate, di cui circa 250 minorenni. Diverse le dipendenze riscontrate, a partire dall’eroina (3029 casi), passando per hashish e cocaina (rispettivamente 2405 e 2292 casi), fino ad arrivare agli allucinogeni. L’85% delle donne aiutate sono risultate poliassuntrici, cioè utilizzatrici di più di una sostanza. Dal 2012, inoltre, la comunità ha iniziato a registrare quante delle neo entrate siano state vittime di abusi fisici e sessuali e, di queste, 1 su 3 è state vittima di violenze. Infine, a confermare la preoccupante crescita della tossicodipendenza femminile in Italia è l’incremento del numero di donne entrare nella comunità di San Patrignano nel 2017: ha superato gli 80 ingressi per la prima volta dal 2001. Antonio Tinelli, presidente della Comunità, ha spiegato: "C’è ancora tanto da fare e la crescita allarmante dell’uso di droga tra le ragazze ne è un chiaro esempio".

Un programma a lungo termine

Quello della comunità è un programma di recupero residenziale a lungo termine con una durata minima di tre anni. Il percorso terapeutico mira ad essere educativo e riabilitativo e prevede la presenza di un tutor. "I risultati raggiunti parlano molto chiaro: alla comunità di San Patrignano sono stati accolti negli anni 26mila ragazzi con una percentuale di recupero, fra chi porta a termine il percorso, pari al 72%", dice Giovanni Pieretti, sociologo e professore ordinario dell’Università di Bologna. L’esperto sottolinea anche come questa realtà sia "la più studiata scientificamente" e quella che "ha inaugurato le ricerche di follow up per analizzare le possibili ricadute dopo la comunità". La struttura è stata visitata anche da BanKi-moon, Segretario generale delle Nazioni Unite dal 2007 al 2016.

Il costo della tossicodipendenza in Italia

Calcolare l’impatto economico delle tossicodipendenze nel nostro Paese significa calcolare il risparmio che lo Stato e la collettività ottengono, direttamente ed indirettamente, attraverso l’intervento delle comunità terapeutiche. Per esempio, il costo sociale complessivo indotto dal consumo di sostanze psicoattive illegali nel 2011, in Italia, è stato stimato pari a 28.491.680.073,96 euro, cioè all’1,8% del Pil nello stesso periodo. Il maggior costo sociale deriva dalla spesa per l’acquisto delle sostanze stupefacenti che rappresenta il 72,5% del costo complessivo (20.651.056.123,84 euro). La seconda voce di costo è quella dalla perdita di capacità produttiva (4.615.677.697,81 euro). Le azioni di contrasto, riduzione e repressione della domanda e dell’offerta di sostanze stupefacenti incidono per 1.574.434.037 euro, di cui oltre la metà a carico del ministero della Giustizia per la detenzione. L’assistenza socio-sanitaria ammonta complessivamente a 1.650.512.216 euro (elaborazioni del dipartimento Politiche Antidroga).

La tossicodipendenza al femminile in Europa 

Se si analizzano il fenomeno del consumo di droghe a livello europeo e la differenza tra maschi e femminile, si scopre che in generale in Europa ci sono 93 milioni di adulti che hanno provato sostanze illecite. Secondo la "Relazione europea sulla droga 2017", che si tratti di cannabis, cocaina, Mdma o anfetamine, la percentuale maggiore di consumatori è sempre quella degli uomini. Fra i giovani che hanno fatto uso di cannabis nell’ultimo anno il rapporto fra maschi e femmine e di due a uno. Anche nelle percentuali dei soggetti che decidono di sottoporsi a trattamento, quelle degli uomini sono molto più elevate rispetto a quelle delle donne. Un esempio, quello per la cocaina: il 14% delle donne si sottopone a trattamento, mentre sceglie di farlo l’86% degli uomini.

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