Si tratta di Innocent Oseghale, 29 anni, uno dei tre fermati per la morte della giovane a Macerata. Quattro in totale gli indagati, proseguono le indagini
E' stato trasferito durante la serata del 17 febbraio nel carcere di Marino del Tronto ad Ascoli Piceno, da quello di Montacuto (Ancona) dove si trovava detenuto, Innocent Oseghale, 29 anni, uno dei tre fermati per la morte di Pamela Mastropietro a Macerata.
Proseguono le indagini
Due persone sentite ieri, altre che verranno ascoltate anche nei prossimi giorni: prosegue senza sosta l'indagine dei carabinieri di Macerata alla ricerca di ogni dettaglio che aiuti a chiarire precise responsabilità e ruoli degli indagati per la morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana fatta a pezzi e ritrovata in due trolley a Pollenza. Il cerchio dell'inchiesta coordinata dal procuratore Giovanni Giorgio sembra comunque chiuso attorno ai quattro nigeriani indagati, in particolare ai tre fermati: Innocent Oseghale, 29 anni, residente nell'appartamento dove la ragazza sarebbe stata uccisa e smembrata, Desmond Lucky, 22 anni, chiamato in causa dall'altro come pusher di eroina per la giovane, e Awelima Lucky, 27 anni, bloccato con la moglie durante la fuga a Milano.
Indizi di colpevolezza
Nell'ordinanza di convalida del fermo di Lucky e Awelima - fermati dopo Oseghale per omicidio volontario, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere - il gip Giovanni Maria Manzoni avalla la tesi dell'omicidio, ipotizzando due coltellate al fegato e il soffocamento, in base alle risultanze preliminari dell'autopsia sul corpo, mutilato forse per nascondere un precedente rapporto sessuale. E conferma i gravi indizi di colpevolezza per i tre fermati, collocati intorno alla scena del delitto nel pomeriggio del 30 gennaio dalla scia dei telefoni e da chiamate che indicano una presumibile presenza in via Spalato 124. Ma "ombre", per il gip, ci sono anche attorno al quarto indagato.
Investigatori si concentrano su testimonianze
In attesa dei risultati degli esami del Ris e di quelli medico legali definitivi (compresi quelli tossicologici per verificare l'assunzione di eroina da parte di Pamela) gli investigatori si concentrano su testimonianze che possano dare maggiore precisione all'eventuale contributo degli indagati alla orribile fine della 18enne. Ma anche sui movimenti della ragazza dopo l'abbandono della comunità terapeutica il 29 gennaio. Appena uscita, la giovane si è intrattenuto con un uomo di Mogliano da cui ottenne 20 euro e due profilattici, e che l'accompagnò alla stazione di Piediripa. La notte seguente, secondo indiscrezioni, Pamela sarebbe stata ospitata da un altro italiano e accompagnata la mattina seguente a Macerata dove avrebbe contattato Oseghale per procurarsi eroina.
Non si placano le tensioni
Intanto non si placano le tensioni intorno alla vicenda. La Camera penale di Macerata ha segnalato "violenti attacchi e commenti" sul web all'indirizzo del nuovo legale di Oseghale, l'avv. Simone Matraxia che pero' riferisce di non aver ricevuto minacce. Il legale oggi ha incontrato ancora in carcere l'assistito che continua a negare l'omicidio: consulterà presto le carte e nominerà un consulente medico legale per studiare le conclusioni dei Ris e dei medici legali previste in arrivo la prossima e probabilmente decisive per l'inchiesta.