È morto a Napoli lo storico Giuseppe Galasso: aveva 88 anni

Cronaca
Lo storico Giuseppe Galasso, morto a Napoli all'età di 88 anni (ansa)
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È stato politico, giornalista e professore universitario. Esponente repubblicano, è stato sottosegretario con i governi Craxi e De Mita. Tante le pubblicazioni, molte delle quali incentrate sulla storia del Mezzogiorno. Gentiloni: "Ci mancherà sua intelligenza critica"

È morto a Napoli lo storico Giuseppe Galasso. Aveva 88 anni. A dare la notizia è stata la "sua" casa editrice: Laterza. Galasso è stato giornalista, politico e professore universitario. Era nato a Napoli il 19 novembre 1929. Nell'ultimo periodo era docente di storia moderna all'università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Il premier Paolo Gentiloni lo ha ricordato su Twitter: "Ci mancherà Giuseppe Galasso, la sua intelligenza critica, l'impegno politico e intellettuale per il Sud, l'intuizione della legge per la tutela del paesaggio".

Un politico repubblicano

Storico militante del Partito Repubblicano, Galasso è stato deputato e sottosegretario per due volte: la prima al ministero dei Beni culturali dal 1983 al 1987 durante il governo Craxi, la seconda al ministero per l’Intervento straordinario nel Mezzogiorno dell’esecutivo De Mita, dal 1988 al 1991. Galasso ha anche ricoperto la carica di consigliere comunale a Napoli dal 1970 al 1993. Per la sua città è stato assessore alla Pubblica Istruzione dal 1970 al 1973. 

Il suo ruolo nella cultura

Galasso è stato un esponente rilevante della cultura italiana. Tante le sue pubblicazioni, molte delle quali incentrate sulla storia del Mezzogiorno. Era presidente della Società napoletana di storia patria dal 1980 e membro del consiglio scientifico della Scuola superiore di studi storici di San Marino. È stato anche presidente della Biennale di Venezia dal dicembre 1978 al marzo 1983 e della Società europea di cultura dal 1982 al 1988. Dal 1977, è stato socio dell'Accademia dei Lincei. Ha scritto articoli per la Repubblica, il Corriere della Sera, il Mattino, quotidiano della sua città, la Stampa e l’Espresso

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