Il gip ha convalidato l'arresto del 28enne per strage aggravata ma non per il tentato omicidio plurimo contestato ma ritenuto assorbito nell'altro addebito
Resta in carcere Luca Traini, il 28enne autore del raid razzista di Macerata. È quanto deciso nell'udienza di convalida in cui il gip ha confermato l'arresto e ha disposto la custodia cautelare in prigione per strage aggravata da odio razziale. La procura di Macerata aveva ipotizzato anche il reato di tentato omicidio plurimo, ma il gip non lo ha ammesso, ritenendolo assorbito nell'altra fattispecie.
Traini tace con gip, poi dichiarazioni a pm: "Non sono pentito"
Davanti al gip di Macerata, Luca Traini si è avvalso della facoltà non rispondere. Ma dopo che il magistrato ha lasciato il carcere di Montacuto, il 28enne, assistito dall'avvocato Giancarlo Giulianelli, avrebbe reso dichiarazioni spontanee al pm Stefania Ciccioli. Ha detto che voleva colpire solo gli uomini di colore non le donne. "Per il ferimento della donna - ha spiegato Giulianelli - ha chiesto scusa. Come pure gli spari verso la pasticceria sono stati, chiamiamoli un incidente di percorso". Durante l'interrogatorio ha anche detto ai magistrati di "non sentirsi pentito" di quanto ha fatto. Nessun legame sentimentale con Pamela Mastropietro, ma a scatenare la sua rabbia è stata la notizia che la ragazza romana è stata fatta a pezzi dagli immigrati-spacciatori.
Difesa: infermità mentale
Traini ha ricordato "di aver portato un cero dove è stato trovato il corpo". La difesa punta sull'infermità mentale: chiederà una perizia psichiatrica. Due vicende ormai legate a doppio filo: il dramma di Pamela, morta per overdose o uccisa dopo che si era allontanata dalla comunità di recupero Pars di Corridonia e poi fatta a pezzi, e la sparatoria, ha detto Traini, messa in atto "per vendicarla". Tanto che in un primo momento il 28enne avrebbe pensato di uccidere Oseghale, aveva riferito il Procuratore di Macerata Giovanni Giorgio. L'avvocato Giulianelli però ha continuato a negare questa circostanza, osservando che vi sarabbe stata una "interpretazione errata" delle frasi dette dal suo assistito.
Pamela in overdose
Intanto, questa mattina, il gip aveva anche convalidato l'arresto del 29enne di origine nigeriana fermato l'1 febbraio nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Pamela Mastropietro, escludendo l’accusa di omicidio per mancanza di prove e confermando l’occultamento e il vilipendio di cadavere. "Pamela ha avuto una crisi da overdose e io sono scappato" avrebbe detto il giovane ai magistrati. Un altro pusher di origine nigeriana risulta invece indagato per aver ceduto eroina alla 18enne, il cui cadavere smembrato è stato trovato in due trolley nelle campagne di Pollenza.