Riciclaggio internazionale fra Italia e Londra, 20 arresti

Cronaca
L'operazione è coordinata dal Comando dei Carabinieri di Roma (Fotogramma)
Fotogramma_carabinieri

L'esecuzione dell'ordinanza del Gip del tribunale di Roma è in atto in numerose città fra cui Londra, Milano, Bari, Vicenza, Pordenone, Viterbo e Campobasso

Arresto per venti persone, obbligo di dimora per altre cinque, sospettate di essere coinvolte in una rete dedita al riciclaggio di denaro su scala internazionale. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari di Roma su richiesta della Direzione distrettuale antimafia ed è in corso di esecuzione da parte dei comandi dei Carabinieri nelle province di Roma, Milano, Bari, Vicenza, Pordenone, Viterbo e Campobasso. Anche Londra figura tra le città in cui è stato disposto un arresto.

Le accuse

Le accuse a carico degli indagati sono, a vario titolo, di riciclaggio aggravato dalla transnazionalità, autoriciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Uno degli arrestati, un imprenditore romano del settore del commercio d'auto, in passato era già stato arrestato per operazioni di riciclaggio effettuate a favore di Enrico Nicoletti, noto un tempo come cassiere della Banda della Magliana.

Due organizzazioni

Le indagini hanno permesso agli inquirenti di individuare due distinte organizzazioni criminali. L'ammontare del denaro riciclato dalla prima delle due sarebbe di 15 milioni di euro, illegalmente accumulati nella provincia di Milano da appartenenti alla comunità cinese. Dopo aver ricevuto i contanti, il gruppo effettuava bonifici giustificati da fatture per operazioni in realtà inesistenti, emesse da società riconducibili all'organizzazione. A loro volta queste società trasferivano il denaro sui conti di una società con sede a Londra, controllata da prestanome dei cittadini cinesi, che rientravano così in possesso, all'estero, del denaro "ripulito". Il secondo sodalizio, invece, facente capo a un imprenditore della provincia di Roma, avrebbe riciclato 3 milioni di euro provenienti dal traffico di sostanze stupefacenti.

L'indagine-madre

L'attuale indagine discende da un'altra attività investigativa, condotta sempre dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, riguardante le ipotesi di reato di riciclaggio e fittizia intestazione di beni (aggravate dall'utilizzo del metodo mafioso), a carico di un commercialista, originario di Napoli ma da anni residente a Roma. L'uomo, a disposizione permanente di alcuni esponenti di organizzazioni di tipo camorristico, ne aveva favorito le attività di riciclaggio e reimpiego dei capitali illeciti. Era stato arrestato nel novembre 2015.

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