Rete di account fake twitta su consegna delle casette ai terremotati

Cronaca
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Da anni uno stesso messaggio viene scritto sul social network e rilanciato da centinaia di profili diversi ma, secondo l’informatico David Puente, tutti riconducibili a una società con base a Roma. I fondatori: “Non abbiamo mai creato bot, faremo dei controlli”

"È una notte speciale x me perché stanotte dopo 5 anni dal sisma dormo x la prima volta a casa mia.E mi andava di condividerlo con voi." È questa la frase che una rete di centinaia di account falsi condivide da anni su Twitter, un’esclamazione di gioia per aver riavuto la propria casa dopo il terremoto, identica in tutte le centinaia di volte che la si può trovare sul social network, comprese le “x” al posto dei “per” e lo spazio mancante tra le due frasi. L’informatico David Puente, analizzando le password di questi account, è risalito ad alcune mail di recupero che nella parte pubblica sarebbero identiche a quella dell'account della società IsayData, con base a Roma, la business unit dedicata all'analisi dei social dell’azienda di consulenza informatica romana Arves. Interpellati da AGI, i vertici negano di aver creato o di avere qualcosa a che fare con la rete di account falsi.

Più account Twitter con la stessa mail

Quello che ha scoperto Puente è che il caso del testo, retwittato, contando tutti gli account, migliaia di volte dal 23 luglio 2014 ad oggi, parte da un trucco che consente di creare più account su Twitter usando una sola email, come l’informatico spiega in un post lanciato oggi sul suo blog. Secondo le regole del social network, ad ogni account deve essere associato un solo indirizzo. Ma è possibile creare un nuovo account con la stessa email usando la propria, ad esempio nome.cognome@gmail.com, ma aggiungendo tra nome.cognome e il dominio, in questo caso gmail, un "+nuovoaccount".

Gli account sospetti

L’informatico, analizzando gli account fake, si è accorto che decine di quelli che hanno twittato quelle frasi sulle casette post sisma hanno come mail di recupero una simile a quella di Isaydata, ovvero Is**@g*.**. "Le email di recupero [di molti account fake] riportate da Twitter iniziano con ‘is’ - spiega Puente - Ma sono tutte più lunghe rispetto a quella con cui è stata registrato l'account di IsayData". Inoltre, questi account sembrerebbero avere un comportamento strano sui social: non retwittano quasi mai cose che non siano contenuti di IsayData, hanno tutti un numero di follower simile, dai 12 ai 15 mila, gli stessi che ha l'account ufficiale dell'azienda, e sono tutti nati a gennaio 2012, la stessa data di creazione dell'account IsayData. Tutti, infine, hanno come passione principale quella di twittare frasi piuttosto scollegate dalla realtà, versi di poesie, proverbi, luoghi comuni, quasi mai fatti di cronaca o di attualità.

Le mail “is” associate a un altro bot

E gli account associati a mail simili a quella di Isaydata sono anche quelli di cui Puente parla in un altro post, pubblicato oggi sul blog, intitolato I fake bot “IS” – I disabili e Matteo Salvini. L’articolo racconta un caso simile a quello del tweet sulle casette dei terremotati, ma che stavolta riguarda un messaggio scritto nel novembre 2014 e poi rilanciato da profili che sembrerebbero essere finti, anche perché spesso sono associati a fotografie rubate di persone come lo scrittore Mauro Covacich. “Salvini: ‘Governo schifoso: soldi tolti a disabili per gli immigrati’. Io non cammino, ma mica fare cambio con le condizioni di un immigrato”, recita il tweet in questione, scritto dall’utente BladeRoller che, spiega Puente, “pubblica molti tweet sul tema dei disabili e nella sua descrizione riporta il blog ‘Ironicamentediversi.blogspot.it’ (‘Punti di vista diversamente abili su un mondo di normodotati, barriere architettoniche e barriere mentali’) ed è facile intuire che quando scrive ‘io non cammino’ parli in prima persona”.

I fondatori di IsayData: “Mai creato bot, faremo dei controlli”

"Noi cadiamo dalle nuvole, ci sembra il classico fulmine a ciel sereno", hanno replicato ad Agi Ralph Di Segni e Gianluca Pontecorvo, entrambi romani e soci fondatori di IsayData, che negano di aver creato i bot per influenzare la rete. "Non lo abbiamo mai fatto, non ci riguarda in nessun modo. I bot sono un fenomeno che conosciamo ma che non ci appartiene. In un certo senso ci spaventa pure che questo sia successo, potremmo essere finiti in un gioco più grande di noi". I due soci negano anche di aver lavorato per partiti politici in passato: "Abbiamo monitorato in rete le primarie del Pd o l'elezione del sindaco di Roma, ma l'abbiamo fatto solo per farci conoscere". E alla domanda sul perché questi account sembrano rilanciare sui social solo i contenuti di IsayData, e perché sono nati tutti nello stesso mese e anno dell'account della società, dicono di non saperne nulla: "Faremo dei controlli per capire che è successo, al momento sembrate saperne più voi di noi".

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