Torino, non rientrano da permesso premio: evasi due detenuti

Cronaca
Foto d'archivio (LaPresse)

Si tratta di un 18enne e di un 19enne che si sono allontanati dalla struttura di detenzione minorile Ferrante Aporti. Il primo sarebbe sparito il 5 agosto, mentre il secondo il 3

Due detenuti sono evasi dal carcere minorile Ferrante Aporti di Torino, dopo che, in due diverse occasioni, sono sono rientrati da un permesso premio. Si tratta di due "giovani adulti", cioè di soggetti già maggiorenni: un 19enne cittadino colombiano e un 18enne di origine tunisine. A riferire l’accaduto è stata l’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) che rinnova l’invito a istituire una "commissione parlamentare che disveli le inefficienze di un sistema penitenziario, anche minorile, che non produce sicurezza né recupera alla società civile chi commette reati".

Evasi in due momenti diversi

Come fa sapere l'Osapp, il giovane cittadino tunisino aveva un permesso premio per trascorrere otto ore con la compagna e sarebbe dovuto tornare al Ferrante Aporti alle 13 del 5 agosto. Il ragazzo cittadino colombiano, invece, aveva un permesso di quattro ore per recarsi nel centro di Torino ad acquistare alcuni vestiti, accompagnato da una mediatrice culturale. L'evasione di quest'ultimo sarebbe avvenuta prima di quella dell'altro ragazzo e risalirebbe al 3 agosto.

Segretario generale Osapp: "Amministrazione allo sbando"

"L'amministrazione è notoriamente allo sbando", sostiene il segretario generale dell'Osapp, Leo Beneduci, "anche se mai aveva raggiunto i livelli di dissesto attuali, ma la giustizia minorile non sembra in questi ultimi tempi assolutamente da meno, soprattutto laddove risulta palese come non si sia assolutamente compreso quale debba essere il rapporto tra l'entità della pena e i benefici di cui fruire in ragione dell'entità dei reati commessi e dei comportamenti tenuti in carcere".  Per Beneduci, "di tali errori sono sempre più responsabili i direttori e i responsabili regionali delle infrastrutture penitenziarie. E a farne le spese", ribadisce, "sono dapprima i poliziotti penitenziari e poi gli inermi cittadini".

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