G8 di Genova, torture alla Diaz: nuova condanna di Strasburgo

Cronaca
La scuola Diaz di Genova dopo l'irruzione della Polizia (Fotogramma)
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Leggi italiane inadeguate a punire e prevenire gli atti di tortura commessi dalle forze dell'ordine. Così la Corte europea dei diritti umani su quanto accaduto nel 2001. Italia condannata anche per non aver punito in modo adeguato i responsabili di quanto accaduto

Le leggi italiane sono inadeguate a punire e quindi prevenire gli atti di tortura commessi dalle forze dell'ordine. L'ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che ha condannato ancora una volta l'Italia per gli atti di tortura perpetrati dalle forze dell'ordine nella notte tra il 20 e 21 luglio 2001 nella scuola Diaz, durante il G8 di Genova, ai danni di diverse persone. La Corte ha anche condannato l'Italia per non aver punito in modo adeguato i responsabili di quanto accaduto a Genova. Ha poi radiato dal ruolo 13 dei ricorrenti (42 in totale) mentre ha riconosciuto agli altri 29 indennizzi che variano tra i 45 e 55 mila euro per danni morali.

 

Manifestanti torturati

La sentenza di oggi stabilisce che i ricorrenti sono stati torturati, i responsabili non sono stati puniti come avrebbero dovuto e l'Italia non ha una legge che criminalizzi adeguatamente e quindi prevenga la tortura. 

La condanna emessa dalla Corte di Strasburgo ricalca, in sostanza, quella che i giudici avevano pronunciato due anni fa sul caso Cestaro, in cui domandavano all'Italia di introdurre il reato di tortura nell'ordinamento nazionale. E segue di un giorno la lettera inviata alle autorità italiane dal commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Nils Muiznieks, in cui sono espresse preoccupazioni per il testo ora all'esame del Parlamento italiano.


A presentare ricorso contro l'Italia per le torture subite alla Diaz e per la mancata identificazione, e quindi condanna, dei responsabili e l'assenza di un reato di tortura nella legislazione italiana, sono state 42 persone di varie nazionalità che all'epoca dei fatti avevano tra i 20 e i 64 anni.

In particolare nella sentenza si legge che i ricorrenti sono stati vittime e testimoni dell'uso incontrollato e sistematico di violenze da parte della polizia, che non ha risparmiato i manifestanti sdraiati o con le mani alzate, e malgrado non avessero commesso alcun atto di violenza o di resistenza agli agenti.
 

 

Bolzaneto e il reato di tortura

Il ricorso, inviato alla Corte di Strasburgo all'inizio del 2013, era stato poi comunicato al governo italiano, per consentirgli di difendersi, il 10 novembre 2015, quattro mesi dopo la prima condanna inflitta all'Italia, per motivi analoghi, nel caso di Arnaldo Cestaro, manifestante ora 78enne.

Dei 13 manifestanti non compresi nei risarcimenti, 4 avevano ritirato la denuncia, e gli altri 9 hanno raggiunto degli accordi extra-giudiziali. 

Davanti ai giudici di Strasburgo sono ancora pendenti diversi ricorsi, sempre incentrati sul reato di tortura, relativi ai fatti del G8 di Genova, in particolare a quanto accaduto nella caserma di Bolzaneto. Si tratta in particolare dei ricorrenti che non hanno aderito al patteggiamento raggiunto con alcune delle vittime del Bolzaneto dal governo italiano lo scorso aprile sulle cause intentate presso la Corte.

 

 

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