Omicidio di Alatri, l'autopsia: "Ventenne ucciso dai colpi in testa"

Cronaca

A Roma l'esame sul corpo di Emanuele Morganti. I medici: "Colpi sferrati con violenza". Attesa per gli interrogatori di garanzia per i due indagati, che si trovano in isolamento a Regina Coeli. Sulla scarcerazione di uno di loro, il giorno prima del pestaggio, l'ipotesi di invio degli ispettori

Tanti, tantissimi colpi. Che hanno sfigurato il povero Emanuele Morganti durante i 15 minuti di pestaggio nella piazza centrale di Alatri, in provincia di Frosinone. Colpi sferrati con violenza tanto da provocare lesioni ed ecchimosi soprattutto in testa, dove sarebbe stato inferto il colpo mortale, aggravato dalla caduta del ragazzo contro un'auto parcheggiata. Questo avrebbe evidenziato l'autopsia effettuata oggi presso l'istituto di medicina legale della Sapienza, ricalcando quanto emerso dal primo esame esterno sul corpo del 20enne massacrato di botte nella notte tra venerdì e sabato scorsi all'esterno di un locale.

 

Attesa per gli interrogatori - Mercoledì sera, sono stati ascoltati di nuovo gli indagati, sette in totale di cui due in carcere, e sono state eseguite nuove comparazioni tra le impronte e alcuni oggetti contundenti rinvenuti dai carabinieri. Venerdì mattina si terranno gli interrogatori di garanzia per i due al momento detenuti a Regina Coeli. Gli atti saranno poi trasmessi alla magistratura di Frosinone, competente a procedere per l'omicidio Morganti.

 

La vicenda - Emanuele Morganti è stato aggredito, fuori da un locale di Alatri, il Mirò, dopo una discussione nata per via di un cocktail. Il giovane sarebbe stato poi picchiato da più persone fuori dal club, in momenti diversi. I colpi più forti gli sarebbero stati inferti con un grosso oggetto di ferro, forse una spranga o una chiave inglese, e gli hanno provocato fratture multiple al cranio e alla cervicale, risultate poi mortali.

 

Gli indagati - Cinque indagati sono a piede libero, due sono detenuti nel carcere di Regina Coeli: Mario Castagnacci e Paolo Palmisani. Il giorno prima dell’omicidio di Morganti, il 23 marzo, Castagnacci era stato fermato a Roma in possesso di centinaia di dosi di droga, ma era stato rilasciato la mattina dopo.

 

Scarcerazione Castagnacci, caso al Csm - In merito alla scarcerazione-lampo di Castagnacci, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha predisposto accertamenti "per verificare se ci sono i presupposti per l'invio degli ispettori, come si fa sempre quando c'è un elemento di presunta abnormità".Il consigliere del Csm, Pierantonio Zanettin, ha chiesto l'apertura di una pratica sul giudice del tribunale di Roma che ha disposto il rilascio del giovane, accusato poche ore dopo di aver partecipato all'omicidio di Emanuele Morganti.

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