Rigopiano, la telefonata del direttore che frenò i soccorsi. AUDIO

Cronaca

L'amministratore dell'hotel, Bruno Di Tommaso, al telefono con un dirigente che gli chiede spiegazioni su una chiamata che parla di feriti, minimizza la situazione: "No… Io sono stato fino a mo' in collegamento tramite Whatsapp..."

Il 18 gennaio, intorno alle 17.40, quando la valanga che ha provocato 29 vittime aveva già travolto l'hotel Rigopiano, vi fu una telefonata tra la prefettura di Pescara e l'amministratore dell'albergo Bruno Di Tommaso. L’uomo, che non si trovava nell’albergo e non sapeva ciò che stava accadendo, avrebbe involontariamente convinto le autorità che la situazione era sotto controllo, probabilmente facendo ritenere inattendibile anche l’allarme successivo di Quintino Marcella, il ristoratore di Silvi Marina al quale nel frattempo aveva chiesto aiuto il superstite Giampiero Parete con una telefonata WhatsApp.

 

La telefonata tra Di Tommaso e la Prefettura - Al funzionario della Prefettura che gli chiede “com’è la situazione” all’albergo, Di Tommaso spiega che sta rientrando ma che la strada è chiusa e riesce a comunicare solo via Whatsapp. Poi, quando la telefonata passa a un dirigente che dice di aver “avuto una telefonata di una persona che diceva che all'hotel Rigopiano c'erano feriti per crolli”, Di Tommaso risponde: “Ma no...chi l'ha fatta...” e, nuovamente incalzato, afferma: "No… Io sono stato fino a mo' in collegamento tramite Whatsapp...". La chat a cui il direttore si riferisce, però, risalirebbe a prima della valanga. Il dirigente della Prefettura a quel punto si tranquillizza e chiude la chiamata: "Perfetto… direttore mi dà un gran sollievo… Noi dobbiamo sempre accertarci, con l'aiuto qui del nostro amico comune. Va benissimo, grazie grazie".

 

La telefonata di Parete - La centrale operativa del 118 di Pescara, quando la slavina aveva già travolto l'hotel Rigopiano, ha tentato invano per 31 volte di contattare il numero telefonico di Giampiero Parete che, dopo essere riuscito ad evitare la valanga, lanciò l'allarme. Dopo la prima chiamata di Parete, oltre ai tentativi dalla centrale, diverse telefonate, tutte a vuoto, sono state fatte dal Centro coordinamento soccorsi della Prefettura, ma il telefono del superstite non era raggiungibile.

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