Usa, Il cambiamento climatico aumenta le disuguaglianze economiche
AmbienteUno studio pubblicato su Science ha stimato che in futuro l'innalzamento delle temperature andrà a favorire le condizioni di vita degli Stati del Nord degli Usa, già più avanzati, mentre ne faranno le spese quelli del Sud
Entro il 2100 il cambiamento climatico potrebbe far evaporare il 20% del reddito delle aree più povere degli Stati Uniti, aggravando le disuguaglianze già presenti all'interno del Paese. È quanto si legge in uno studio pubblicato sulla rivista Science.
Il costo del riscaldamento globale
L'impatto dell'innalzamento delle temperature non è soltanto di tipo ambientale, ma anche economico. Secondo le stime della ricerca, ogni grado celsius aggiuntivo "costa" in media l'1,2% del Pil statunitense. Dietro a questo dato complessivo, tuttavia, si cela il fatto che l'incidenza economica non sarebbe equamente distribuita, ma andrebbe a colpire più severamente gli stati del Sud e del basso Mid-West: aree che mediamente sono già meno sviluppate. In questi Stati diverrebbero più frequenti ondate di caldo, tempeste e raccolti agricoli dispersi. D'altro canto, gli stati del New England (fra i più ricchi degli Usa) e quelli del Nord-ovest affacciati sul Pacifico potrebbero beneficiare di condizioni climatiche più favorevoli, con minori rischi, ad esempio, di gelate invernali che andrebbero a favorire l'agricoltura. La somma di queste due opposte dinamiche, però, sarebbe comunque negativa per l'economia statunitense nel suo complesso.
Cambiamento climatico e diseguaglianza
"Un cambiamento climatico non mitigato sarà molto costoso per grandi regioni degli Stati Uniti", ha dichiarato al Guardian Soloman Hsiang (Università della California, Berkeley) uno degli autori dello studio. "Se continuiamo sul percorso attuale, la nostra analisi indica che esso potrebbe condurre al più grande trasferimento di risorse dai poveri ai ricchi nella storia del Paese". Questo perché, di fondo, gli Stati che già sono i più "caldi", negli Usa, sono anche i meno ricchi. Un'equazione ipotizzabile forse anche per quanto riguarda l'Italia, Paese nel quale, con le dovute proporzioni, le regioni del Mezzogiorno sono già più calde e più povere di quelle del Nord.
La ricerca
Per giungere alle loro conclusioni gli scienziati, provenienti da tre diverse università, hanno applicato 116 differenti simulazioni climatiche ricostruendo vari scenari per l'economia statunitense. Dopo aver valutato l'impatto sull'agricoltura, l'energia, le morti legate alle condizioni climatiche e altri fattori, è emerso che il terzo più povero del Paese subirebbe una perdita del Pil compresa fra il 2% e il 20%, a seconda della gravità del riscaldamento globale. Gli stati più colpiti sarebbero la Florida in primis, seguita da Texas, Louisiana e Georgia. L'impatto economico dell'innalzamento delle temperature, inoltre, tende ad accelerare il ritmo: il primo grado celsius "aggiuntivo" ha un peso sul Pil dello 0,6%, il quinto, invece, dell'1,7%. Il ruolo delle emissioni serra provocate dall'uomo è in grado di incidere su questo fenomeno: la ricerca ha evidenziato come, entro la fine del secolo, 10 morti su 100mila saranno legate al cambiamento del clima, se le emissioni resteranno invariate rispetto a oggi. Un dato che potrebbe essere tagliato di dieci volte (1 morto su 100mila) se, al contrario, venissero ridotte radicalmente.