Un mare da salvare, le correnti portano la plastica fino all'Artico

Ambiente
L'inquinamento della plastica è un problema crescente per i mari del pianeta (Getty Images)
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Uno studio pubblicato su Science Advances ha documentato la presenza abbondante di plastica nelle acque a est della Groenlandia e a nord della Scandinavia nonostante la bassa densità demografica. LO SPECIALE Sky Un mare da salvare

Le acque del Mar Glaciale Artico sono l'ultima destinazione dei rifiuti di plastica (LO SPECIALE SKY Un mare da salvare) che galleggiano nell'Atlantico settentrionale. A dirlo è un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, che documenta la presenza abbondante di plastica nelle acque a est della Groenlandia e a nord della Scandinavia nonostante la bassa densità demografica di queste aree.

Un lungo viaggio 

Anche se ormai da tempo si parla del crescente problema della plastica che ogni anno si riversa negli oceani (circa 9 milioni e mezzo di tonnellate) poco risalto è stato dato finora alle conseguenze per l'area artica, anche perché nell'estremo Nord sono assenti fonti d'inquinamento diretto. Eppure, una quantità notevole di plastica si trova anche qui in alcune specifiche aree. La ragione, spiegano l'equipe internazionale di scienziati che ha curato la ricerca, è da ricercare nella circolazione termoalina, nota anche come il “Grande nastro trasportatore”. Si tratta, in breve, di una circolazione globale delle acque dei mari influenzata dalla variazione della temperatura e dalla salinità. Nel Mar Glaciale Artico la temperatura scende e la salinità sale, due fattori che portano l'acqua a scendere in profondità. Dati “i meccanismi che agiscono per il trasporto verso il basso” dell'acqua, scrivono gli autori, “il fondo marino sotto questo settore artico”, localizzato nelle aree più a Nord e a Est della Groenlandia e del Mare di Barents, “si ipotizza come un importante dispersore di detriti di plastica”. I campioni di materiale simile a pellicola estratti nel 2013 in 42 diversi siti, inoltre, hanno rivelato come questi ultimi abbiano fatto molta strada prima di arrivare a Est della Groenlandia. “La plastica ha viaggiato da sorgenti distanti, incluse le coste dell'Europa nordoccidentale, del Regno Unito e dalla East Coast statunitense”, spiegano gli esperti. Il percorso compiuto da questa massa di rifiuti è stato tracciato attraverso l'utilizzo di 17mila boe satellitari.

Plastica “in circolo”

Le scoperte presentate in questo studio “sollecitano l'importanza di un'appropriata gestione dei rifiuti plastici all'origine, in quanto, una volta entrati nell'oceano, la propria destinazione potrebbe diventare imprevedibile”. Per quanto riguarda l'Artico, vi si troverebbe una percentuale inferiore al 3% della plastica complessiva presente nei mari; tuttavia, si legge nel paper, tale quota è destinata aumentare. Già ora si parla, in ogni caso, di centinaia di tonnellate di plastica, molte delle quali non visibili in superficie. In particolare, il 95% della plastica che si stima presente nell'Artico è “confinata nei mari della Groenlandia e di Barents” fatto che attribuirebbe la sua presenza proprio al trasporto delle correnti, più che ad altre ragioni collegate all'incremento delle rotte commerciali nell'Mar Glaciale Artico degli ultimi anni.

 

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