L'Unicef: nel 2040 carenza d'acqua per 600 milioni di bimbi

Ambiente
Una donna etiope nel suo percorso verso una fonte idrica, in un video dell'Unicef (foto Youtube)
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Secondo il rapporto dell'organizzazione sono 36 i Paesi che già ora si trovano in condizioni di crisi idrica. Ma i cambiamenti climatici e le dinamiche demografiche rischiano di aggravare la situazione, soprattutto per i più piccoli

L'accesso all'acqua, dato ormai per scontato in tutte le economie occidentali, nei prossimi anni sarà un problema crescente su scala globale. A fornire le cifre di questa crisi, proprio nella Giornata mondiale dell'acqua, è il report “Thirsting for a future: water and children in a changing climate” dell'Unicef, secondo il quale 600 milioni di bambini, uno su quattro, vivranno in aree con risorse idriche “estremamente limitate”. Ancora una volta è il riscaldamento globale, segnala l'organizzazione delle Nazioni Unite dedicata all'infanzia, a peggiorare la situazione.

 

L'acqua è vita - “L'acqua è essenziale; senza di essa, niente può crescere. Ma milioni di bambini in tutto il mondo saranno in carenza di fonti idriche sicure”, sottolinea il direttore esecutivo dell'Unicef, Anthony Lake. “Questa crisi potrà solo crescere a meno che non si mettano in campo azioni collettive adesso”. Secondo il rapporto dell'organizzazione sono 36 i Paesi che già ora si trovano in condizione di crisi idrica; tale situazione “si verifica quando la domanda di acqua eccede di molto l'offerta rinnovabile disponibile”, spiega l'Unicef.

 

I numeri della crisi – Al momento, sempre secondo l'Unicef, sono 663 milioni le persone (bambini e adulti) che soffrono di un accesso insufficiente alle sorgenti idriche, mentre per il World Water Council quasi un miliardo di persone non possono accedere ad acqua potabile e sicura. Ogni cinque giorni, inoltre, dice sempre l'Unicef, più di 800 bambini di età inferiore a cinque anni muoiono a causa della diarrea contratta in seguito al consumo di acque non sicure o in scarse condizioni igieniche. E quando il disagio non arriva a causare la morte, reca enormi dispendi di risorse: donne e ragazze, infatti, impiegano 200 milioni di ore ogni giorno per rifornire le proprie famiglie di acqua. Un video dell'Unicef, ad esempio, documenta come ciò avviene in Etiopia, nella regione di Afar.

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Il riscaldamento globale – I dati sul cambiamento climatico dimostrano come l'offerta d'acqua, nelle aree a rischio siccità, sia divenuto un problema ancora più grave. Negli ultimi 50 anni, ricorda l'Unicef, la temperatura globale è cresciuta a un ritmo molto rapido. Non solo: i 16 anni più caldi di sempre finora registrati sono stati rilevati tutti a partire dal 2000 (eccetto uno). Il record assoluto appartiene, per ora, al 2016. “Temperature più calde, livelli dei mari crescenti, siccità e scioglimento dei ghiacci incidono sulla qualità e la disponibilità dell'acqua, così come dei sistemi d'igiene”, scrive l'Unicef, che sollecita i governi a mettere in atto le politiche in grado d'invertire questo trend.

 

Domanda d'acqua in crescita – Nella grande caccia a quello che è stato ribattezzato "l'oro blu", il problema non si trova solo sul fronte dell'offerta, ma anche su quello della domanda. La popolazione globale, infatti, è in continua crescita, e assieme ad essa anche l'esigenza di acqua. Lo sviluppo dell'urbanizzazione, allo stesso tempo, incrementa il consumo idrico, così come il progresso dell'industria. A questi elementi si aggiungono, infine, gli ostacoli all'approvvigionamento idrico interposti da guerre e conflitti in molte parti del mondo.

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