Con Chirurgia Maxillo Facciale. 263 teleconsulti durante Covid
(ANSA) - UDINE, 29 GIU - Sono stati 263 i teleconsulti effettuati e 195 i pazienti telemonitorati, dei quali 48 sono stati poi fatti rientrare nelle strutture sanitarie in modalità "rapida e protetta", nel periodo della pandemia, per un totale di pazienti contattati sul territorio pari al 73% del bacino di utenza della clinica di Chirurgia Maxillo-Facciale dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale. I numeri sono emersi oggi nel corso della presentazione a Udine dei progetti di teleoncologia e di teletrauma sviluppati dalla clinica con il coordinamento del direttore Massimo Robiony.
"La telemedicina è un progetto importante - ha commentato il direttore generale Asufc Denis Caporale - che nel periodo della pandemia ci ha consentito di portare avanti delle attività, mentre altre rallentavano. Ci teniamo a raggiungere tutti i territori anche la montagna, con servizi nuovi facilitati dalle nuove tecnologie". Robiony ha sottolineato che "il nostro modello di ospedale prevede la presa in carico totale del paziente" e che l'attività di telemedicina, articolata in consulti, screening per la prevenzione e la diagnosi precoce, monitoraggio post operatorio, "è stata resa possibile dalla disponibilità di 100 tablet distribuiti ai pazienti", grazie alla Regione, che li ha acquisiti con risorse donate da molti friulani e giuliani. "Per quanto riguarda l'attività di teletrauma - ha proseguito Ribiony -, abbiamo collegato l'hub ospedaliero di Udine con i presidi spoke di Latisana, Palmanova, San Daniele del Friuli e Tolmezzo, proprio per andare sul territorio, supportandolo con la tecnologia. L'obiettivo è arrivare anche ai medici di base e avere un collegamento diretto con il paziente". "Per la diagnosi del tumore del cavo orale - ha poi spiegato - l'indagine ispettiva verrà effettuata tramite strumenti medicali, esoscopi ed endoscopi che verranno posizionati nel Tarvisiano e nel Canale del Ferro. L'operatore a distanza esegue l'esame e nel momento in cui l'équipe medica osserva da remoto una lesione potenzialmente pericolosa, chiediamo al paziente di venire all'hub per effettuare la biopsia e altri esami diagnostici".
Si prevede l'estensione di questi due progetti sperimentali ad altre specialità mediche, come la gastroenterologia e la chirurgia vascolare, "che hanno già manifestato il loro interesse", ha riferito Robiony. (ANSA).