L’avvocato afferma “che corrisponde a violazione di legge il fatto che il Tribunale di Sorveglianza ha equiparato l'attività comunicativa di Cospito ai cosiddetti 'pizzini'”
È stato presentato dai difensori di Alfredo Cospito, l'anarchico al 41 bis e da due mesi in sciopero della fame, un ricorso in cassazione contro l'ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma che ha ribadito per l'indagato il carcere duro.
Il ricorso
Nel ricorso alla Suprema corte l'avvocato Flavio Rossi Albertin afferma che "corrisponde a violazione di legge il fatto che il Tribunale di Sorveglianza ha equiparato l'attività comunicativa di Cospito (che viene dallo stesso inviata quale contributo personale alle assemblee o ai giornali anarchici, e che viene poi a sua volta altrettanto pubblicamente divulgata da questi ultimi attraverso il web, nei notori siti d'area ovvero di controinformazione) ai cosiddetti 'pizzini', ovvero ai messaggi criptici che vengono veicolati dal detenuto all'esterno, spesso attraverso i parenti, sfruttando a tal fine le occasioni di contatto infra-murario ed esterno tipicamente connesse ad un ordinario regime di detenzione".